Trovandosi in prigione a Roma, l'apostolo scrive alla chiesa di Filippi, manifestando il suo desiderio che la chiesa rimanesse unita nell'amore e nella semplicità, evitando ogni orgoglio e spirito di parte, che certamente non sarebbe stato di aiuto per il progresso del Vangelo. "Avendo un medesimo sentimento, un medesimo amore, essendo di un animo, di un unico sentire; non facendo nulla per spirito di parte o per vanagloria"; questo era il desiderio dell'apostolo. Poiché egli sapeva che solo con l'amore e con l'umiltà si sarebbero potute evitare rotture, separazioni e contese. Quando poi l'apostolo Paolo parla "d'interesse altrui", non suggerisce d'immischiarsi nei fatti degli altri, ma di avere in considerazione il proprio fratello, di ricordarlo nelle preghiere e soccorrerlo nel bisogno. "Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato in Cristo Gesù, il quale..., annichilì se stesso prendendo forma di servo". Quando Gesù, nell'ultima cena, lava i piedi ai Suoi discepoli disse: "capite quello che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene poiché lo sono, se dunque lo che sono il Signore e il Maestro vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri, poiché vi ho lasciato un esempio affinché voi facciate come vi ho fatto" (1). Gesù pur essendo vero Dio si abbassò, e si spogliò della propria gloria facendosi servo di tutti gli uomini, ubbidiente fino alla morte della croce. Ma a seguito di questa ubbidienza Gesù è stato innalzato; Egli è stato elevato ad una dignità dinanzi alla quale si inchina l'universo intero. Anche noi rivestiamoci di questo sentimento, sapendo che l'umiltà precede la gloria; "beati quelli che si adoperano alla pace perché essi saranno chiamati figliuoli di Dio" (2). 1) Giovanni 13:13, 14 2) cfr. Matteo 5:9
Data: 09/03/2005 Visite: 5608 | |
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