«Colui che viene a me
io non lo caccerò fuori». La realtà di queste parole è provata dal ministerio
di Gesù, Egli non cacciò né i pubblicani né i peccatori, né i religiosi
rettori del popolo, tutti furono accolti con amore, perfino le mamme con i loro
fanciulli trovarono gioia in Lui; mai era apparso nella storia di Israele e del
mondo un uomo simile.
Tutti quelli che
andavano a Lui (unica porta aperta) trovarono sempre amore, accoglienza e
perdono, venivano ed erano trasformati nella vita morale e spirituale, non più
sotto la schiavitù del peccato.
Gli ammalati ed i
sofferenti che andavano a Lui ed entravano per quella porta, trovavano
compassione liberazione e guarigione nel corpo, e nello Spirito.
Tutti furono
incoraggiati ad andare da Lui certi della Sua gentilezza, del Suo amore, e
della Sua compassione. Egli si compenetrava nelle loro situazioni.
Nè Abramo, uomo di
fede; Mosè, grande conduttore del popolo di Dio; né Isaia, con le sue profezie,
o il Battista, Suo precursore, poterono mai fare affermazione simile: «Colui
che viene a me, io non lo caccerò fuori»; anch'essi attendevano Gesù, Colui che
il Padre doveva mandare dal cielo.
Anche
noi siamo Suoi testimoni. Siamo andati a Lui non ci ha cacciati fuori, malgrado
i nostri peccati e i nostri legami e i nostri difetti. Gesù ci ha ricevuti come
Suoi. Nessun uomo di questo mondo ci avrebbe accolti, non avrebbe neanche
aperto la porta di casa sua per ascoltarci sapendo quello che eravamo. Ma Gesù
non ha fatto così e non lo farà mai, perché tutti potranno andare sempre a Lui.
«Colui che viene a me, io non lo caccerò fuori», la porta resta ancora aperta,
Egli aspetta ancora qualcuno, beato chi sa approfittare di questa bella
occasione spirituale, per essere accolto da Lui.
Data: 09/02/2000 Visite: 4924 | |
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