In questa seconda parte del primo capitolo dell'epistola ai Filippesi, viene ribadito dall'apostolo Paolo il suo preciso desiderio di far concorrere ogni cosa al progresso dell'Evangelo (v. 12 e ss.) ed al progresso della chiesa in Filippi (v. 25). Tra questi due proponimenti l'apostolo apre una parentesi sulla sua situazione personale. Egli parla della prigionia in toni positivi ed incoraggianti, confessando la sua fiducia in una felice soluzione del suo caso a motivo delle preghiere dei fratelli ma soprattutto, per l'aiuto dello Spirito Santo (v. 19). Comunque dovessero andare le cose, al di là di ogni circostanza e di ogni possibile epilogo della sua prigionia: l'unico desiderio che lo animava era quello di glorificare Cristo. Egli afferma di voler magnificare Cristo nel suo corpo, sia con la vita, che con la morte, in modo da mostrare agli altri con maggiore chiarezza e in tutto il suo splendore, la persona del Salvatore. Nell'alternativa tra la morte e la vita, tra il partire e l'essere con Cristo ed il rimanere nella carne, la risposta è una sola: "ora come sempre Cristo sarà magnificato..." (v. 20). La nostra esistenza è segnata da numerose alternative, tante scelte da fare, tanti bivi da superare. !n ognuna di queste situazione, dobbiamo chiederci: "Cristo sarà magnificato da questa mia scelta? Quello che sto facendo sarà un passo conforme alla volontà di Dio?". Il progresso dell'Evangelo ed il nostro personale progresso cristiano, procedendo di pari passo alle nostre scelte. Non stanchiamoci mai di ripetere che non esiste alcuna vera alternativa a Cristo Gesù!
Data: 05/03/2005 Visite: 2263 | |
|
|