L'idolatria è stata, nel passato, una triste realtà con la quale hanno convissuto molti re, sacerdoti, profeti e conduttori del popolo di Dio. È stata una realtà nella chiesa primitiva e purtroppo, dobbiamo riconoscerlo con rammarico, anche una realtà nella Chiesa dei nostri giorni. Aveva più che mai ragione l'apostolo Giovanni quando, ormai molto avanti negli anni, ammoniva: "Figliuoletti guardatevi dagli idoli" (1). Jehu fu l'uomo di cui Dio si servì per dare un duro colpo all'idolatria e per eliminare gli idolatri. I re di Giuda e d'Israele si erano corrotti ed avevano commesso il peccato più odioso agli occhi di Dio: adorare un idolo al posto del vero e unico Dio. Questo fu il movente che spinse Jehu a distruggere coloro che inducevano altri a questo peccato. Tutto ciò era conforme alla volontà dell'Eterno che non poteva tollerare questa odiosa condotta, leggiamo infatti in Esodo (2) che: "l'Eterno è un Dio geloso". Leggendo il seguito del nostro testo viene spontaneo chiedersi: Ma come è possibile che Jehu, tanto zelante per l'Eterno, venga poi sedotto proprio dallo stesso spirito che ha così tenacemente combattuto? Il versetto 16 del capitolo 10 dovrebbe farci riflettere sul carattere di Jehu: vediamo in lui un uomo baldanzoso, troppo sicuro di sé, alquanto orgoglioso e poco dipendente dal Signore. Nel Nuovo Testamento troviamo un apostolo Pietro ugualmente molto sicuro di sé, ma questa stessa sicurezza lo indusse alla fine a rinnegare Gesù. Impegnamoci fermamente a seguire Cristo da vicino, allontaniamoci da tutto ciò che Gli dispiace e facciamo attenzione a non amare niente e nessuno più di Lui. Riempiamo il nostro cuore e la nostra mente di pensieri di umiltà e di fiducia in Dio ricordando che "I'orgoglio precede la rovina". 1) 1 Giovanni 5:21 2) Esodo 20:3-5
Data: 24/02/2005 Visite: 2605 | |
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