Nella chiesa di Corinto, la libertà in Cristo e la sorprendente fruizione dei carismi, aveva fatto sì che queste manifestazioni dello Spirito Santo assumessero dimensioni torrentizie. La questione centrale era diventata dunque quella di far corrispondere a questa grande esuberanza di stimoli spirituali, un altrettanto lodevole ordine e senso della misura. Non è intenzione dell'apostolo inibire l'esercizio dei doni, tutt'altro, l'enfasi è posta piuttosto sull'opportunità di godere dell'esercizio di queste facoltà promosse dallo Spirito, evitando che l'anarchia o anche solo l'emotività di alcuni, faccia degenerare la situazione. Ciò che è doveroso sottolineare sono pure le modalità di svolgimento del culto che a Paolo preme suggerire. Alla luce di queste parole, vorremmo dedurne che esiste la precisa responsabilità, a carico di ogni conduttore, di adoperarsi affinché i culti non vengano monopolizzati dai "soliti noti", ma tutti si lascino o comunque vengano coinvolti. La spiritualità di una comunità cristiana si potrà misurare forse anche dal grado di partecipazione dei credenti allo svolgimento degli incontri. Quanto più si sperimenterà un'adesione corale, tanto più si dimostrerà di aver compreso, ma più ancor di vivere, una dimensione comunitaria che si avvale della fattiva contribuzione di ogni singolo cristiano, così come la Scrittura raccomanda.
Data: 19/02/2005 Visite: 2302 | |
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