Il regno di Achazia, re di Giuda, fu un regno breve e tormentato, per niente gradito al Signore. Esso, purtroppo, si concluse in maniera infausta. Ciò che si rivelò fatale al giovane re Achazia fu l'amicizia stabilita con Joram re d'Israele, diretto discendente di quell'empio Achab che tanto male recò al popolo del Signore. Achazia stesso era in qualche modo imparentato con tale famiglia, per via di sua madre Athalia, ed egli dovette subire l'influenza negativa e devastante di questa parentela. Il testo conferma che il re di Giuda camminò anch'egli: "per la via della casa di Achab, e fece ciò che è male agli occhi dell'Eterno, come la casa di Achab". Nonostante, dunque, egli fosse giovane ed aperto al nuovo ed al rinnovamento, malgrado fosse consapevole di quanti guasti avesse prodotto la casa di Achab, e nonostante si rendesse conto della responsabilità di essere a capo del popolo del Signore, Achazia deluse ogni aspettativa ed agì da debole e sprovveduto. È importante dimostrare forza e saggezza sufficienti per non lasciarsi coinvolgere nel male altrui, e non cedere al conformismo e al peccato anche quando i nostri stessi familiari e i nostri amici ne sono vittime e ci danno esempi negativi e poco edificanti. La fede è personale, la vocazione cristiana è specifica, la responsabilità della nostra condotta è diretta ed individuale: Dio chiederà conto in proporzione della luce ricevuta e della testimonianza resa. È necessario dunque rimanere saldi negli insegnarnenti biblici, e camminare: "riguardando a Gesù capo e perfetto esempio di fede". Il Maestro, ci chiama a non essere sedotti dal peccato ma a realizzare che: "chi ama padre, madre, figliuolo o figliuola più di me, non è degno di me". Voglia Iddio darci la forza per resistere, tenendo alta la parola della vita e facendo brillare con forza la luce della conoscenza della gloria di Dio, che rifulge nel volto di Cristo Gesù.
Data: 14/02/2005 Visite: 2243 | |
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