L'apostolo Paolo in questa sua prima epistola ai credenti di Corinto riesce a toccare, servendosi malgrado di poche parole, una quantità enorme di argomenti. Non si lascia sfuggire, peraltro, l'occasione di accennare ai rapporti che devono intercorrere tra l'uomo e la donna in ambito cristiano. Di primo acchito può sembrare che la faccenda venga liquidata in modo un po' sbrigativo "...il capo della donna è l'uomo", in realtà ci troviamo di fronte a parole di una profondità e di una concretezza inaudita. Va fatta però una doverosa puntualizzazione: l'uomo ha una vera autorità sulla donna nella misura in cui questi riconosce in Cristo il proprio capo e si lascia da Lui guidare ed istruire. La vera autorità dell'uomo trae fondamento dalla sua sottomissione al Signore, solamente a questa condizione la donna può, a sua volta, sottomettersi al proprio compagno, fiduciosa di trovare in lui non un maschio dispotico, ma un vero uomo autorevole, che saprà trasmettere in lei un profondo senso di sicurezza e protezione. Nella fissazione e nel rispetto dei ruoli assegnati dal Signore va ricercata la chiave dell'armonia che regna nelle famiglie cristiane laddove l'uomo comprende che la sua autorità, prima che diritti, comporta dei doveri e prima ancora dei privilegi, rimanda a dei precisi oneri. Quella conferita all'uomo è un'autorità delegata ed egli si vedrà delegittimato se non saprà esercitarla in uno spirito di totale ubbidienza al Signore.
Data: 07/02/2005 Visite: 2603 | |
|
|