"Fate", suggerisce l'idea dell'azione; "tutto" congloba in una sola parola ogni cosa; "alla gloria di Dio" è lo scopo ultimo di ogni azione del credente. Dunque, Dio ci chiama "fare" e non solo a pensare o desiderare. Bene pregava un padre per il suo figliolo: "dammi un figlio, Signore, i cui desideri non rimpiazzino le azioni". Fare "tutto" si riferisce al pensare, al parlare, e all'operare, vale a dire a tutte le manifestazioni della nostra vita. L'esortazione ad operare "alla gloria di Dio" viene ribadita per renderci più responsabili. Ma che cosa offriremo all'Eterno? Certamente il meglio di noi stessi e di ciò che Egli ci ha dato da amministrare, nessuno è proprietario ma siamo tutti amministratori dei beni di Dio. Nel fare ogni cosa alla gloria dell'Eterno, risponderemo col nostro sì a colui che dice: "Figliuol mio dammi il tuo cuore" (1) ricorderemo allora che è maledetto l'uomo che fa l'opera dell'Eterno fiaccamente" (2) terremo presente che offrire una bestia cieca per il sacrificio, era offensivo al cospetto di Dio"? Quando ne offrite una zoppa o malata, non è male? Presentale dunque al tuo governatore!... Maledetto il fraudolento che ha nel suo gregge un maschio, e vota e offre in sacrifizio all'Eterno una bestia difettosa! Poiché lo sono un re grande, dice l'Eterno degli eserciti, e il mio nome è tremendo fra le nazioni" (3) e ancora: "noi abbiam conosciuto l'amore da questo: che Egli ha dato la Sua vita per noi; noi pure dobbiamo dare la vita per i fratelli" i°'. Da coloro che hanno deciso di "fare tutto alla gloria di Dio", scaturirà questa semplice ma profonda preghiera: "Dacci, Signore, quel che ci manca, compreso ciò di cui non siamo consapevoli, e Ti glorificheremo con la nostra vita". 1) Proverbi 23:26 2) Geremia 48:10 3) Malachia 1:8,14 4) I Giovanni 3:76
Data: 05/02/2005 Visite: 2412 | |
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