Uno dei peccati che ha sempre dominato le coscienze fin dai tempi più antichi è stato quello dell'idolatria. Ogni volta che la devozione dovuta al vero Dio viene rimpiazzata da un interesse verso una cosa o una persona, siamo in presenza di una forma di idolatria. Nel primo versetto l'Apostolo, guidato dallo Spirito Santo, ribadisce questo concetto già espresso in precedenza, ma lo fa con maggior enfasi. Egli è mosso infatti da un profondo amore verso la chiesa di Corinto. Paolo esorta ogni credente a prendere le distanze da ogni manifestazione di idolatria. Infatti la parola "fuggite" significa propriamente allontanarsi rapidamente da una cosa, una persona, un luogo o un pericolo. Dai versetti che seguono, apprendiamo che il credente non è chiamato a sguazzare nel mare dell'ignoranza, ma deve piuttosto saper discernere dove poggiare i piedi e con chi decidere di condividere degli interessi. Dal momento che una persona ha accettato Gesù come personale Salvatore, deve stabilire rapporti unicamente con Lui, partecipando alla comunione col sangue e col corpo di Cristo Gesù. Anche se il credente sa che l'idolo di per sé non è nulla, e ciò che viene sacrificato agli idoli non ha alcun valore, partecipando a tali cose può essere indotto ad entrare in rapporto con realtà pericolose ed inquietanti. A tale proposito Paolo dice: voi non potete bere il calice del Signore e al tempo stesso il calice dei demoni, come non potete partecipare alla mensa del Signore e a quella dei demoni, poiché così facendo susciterete l'inevitabile reazione di Dio. Il Signore parla alla Chiesa mediante la Sua santa Parola per ricordare che, il Suo desiderio è che ogni membro di essa, stabilisca con Lui un rapporto di comunione totalizzante e duraturo.
Data: 03/02/2005 Visite: 4452 | |
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