L'apostolo Paolo svolge qui un'apologia del suo apostolato, poiché alcuni a Corinto lo accusano di non essere un autentico apostolo. Egli ricorda che il Signore Gesù, gli è apparso (v. 1b) e che gli stessi cristiani di Corinto in quanto chiesa che lo Spirito Santo ha suscitato, rappresentano la prova più evidente del suo ministerio. Quando una comunità dà eccessiva importanza al brillante predicatore o al pastore di prestigio, dimentica che sussiste non in virtù degli uomini, ma unicamente per la grazia divina. Nel caso specifico, i Corinzi stavano disprezzando l'opera di Dio compiuta tramite il proficuo ministerio dell'apostolo Paolo. A prescindere dalle ragioni per cui questo testo è stato scritto, possiamo notare quali sono i diritti di un ministro di Dio: a. La comunità locale deve provvedere a tutti i bisogni materiali del servitore e della sua famiglia; b. Il ministro deve essere libero da ogni preoccupazione di sostentamento materiale per dedicarsi al suo servizio a pieno tempo. Da quanto leggiamo, è probabile che a Corinto si usassero due pesi e due misure: un salario ai "veri" apostoli, mentre Paolo e Barnaba avrebbero dovuto guadagnarsi di che vivere! Paolo non agisce per gelosia, ma vuole solo correggere l'errore che si sta commettendo; laddove vengono preferiti alcuni a scapito di altri. L'apostolo afferma che il responsabile della chiesa locale ha il diritto di essere sostenuto materialmente, anche se lui ha rinunciato, "per non creare ostacoli all'Evangelo" (v. 12b). Paolo vi rinuncia, per la particolare situazione della chiesa di Corinto, dove alcuni reputano che egli e Barnaba, fossero "inferiori" rispetto ad altri come Pietro, Giovanni e Giacomo, "colonne della chiesa" (1). Forse ancora oggi alcune chiese cadono nello stesso errore. La comunità dovrebbe sostenere colui che per vocazione svolge all'interno di essa un servizio ministeriale. Se il ministerio è autentico bisogna prenderne atto, poiché si tratta di un dono dato dal Signore; andrà quindi fornito al servitore tutto il sostegno necessario. La chiesa di Corinto, a questo riguardo, era venuta meno e contestava Paolo, proprio perché incapace di comprendere i doni elargiti da Dio. Preghiamo, che il Signore ci dia discernimento e ci aiuti ad incoraggiare coloro che Egli ha scelto per il Suo servizio; affinché la nostra preghiera e il nostro aiuto materiale non vengano mai meno. 1) Galati 2:9
Data: 28/01/2005 Visite: 2291 | |
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