Una delegazione della Chiesa di Corinto (1) viene a Paolo, presentando degli argomenti dottrinali particolari, intorno ai quali chiedono chiarimenti. L'apostolo Paolo prende spunto da ciò per scrivere la prima epistola ai Corinzi. Questo brano affronta una delle questioni sollevate per l'occasione. Quello che ci colpisce del testo è la meticolosità che Paolo mostra nel trattare in modo esauriente l'argomento. "Questo dico per concessione, non per comando ...ai coniugi ordino non io ma il Signore ...agli altri dico io non il Signore ...io non ho comandamenti dal Signore, ma do il mio parere ...a parere mio". Che lezione di delicatezza! Paolo non si crede superiore ai Corinzi al punto da imporre la propria disciplina, sebbene sia apostolo, poiché sa che il credente non è chiamato ad essere autoritario. Per quanto possa vantare una straordinaria conoscenza della dottrina divina, egli è ben consapevole del suo ruolo in seno al popolo di Dio. Non può ordinare (v.6) poiché c'è Qualcuno superiore a Lui come ad ogni altro uomo: l'Unico che deteneva l'autorità nella Chiesa è il Signore Gesù. È lui che vigila, e Lui che si prende cura dei Suoi figliuoli è Lui che dona la Sua Parola quale regola di vita e di condotta. Paolo può soltanto consigliare, perché vi sono cose intime e private nelle quali non è opportuno che alcuno si intrometta. Bisogna avere riguardo nei confronti di tutti gli uomini, per dimostrare di essere figli di Dio. Nei confronti dei credenti vogliamo vivere più che mai in armonia, nella consapevolezza di essere tutti membri di uno stesso Corpo. Ma vogliamo anche usare riguardo con Dio, consci della Sua santità e dei modi squisiti con cui porta a compimento la Sua opera nella nostra vita. Ci dia grazia il Signore di essere più saggi, al fine di mostrare sempre questa attitudine di rispetto e di delicatezza.
Data: 24/01/2005 Visite: 2268 | |
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