Nella deplorevole eventualità che tra credenti sorgano delle controversie, l'apostolo ordinò di far in modo che la disputa venga affrontata e trovi soluzione nell'ambito della comunità stessa. A tal proposito Paolo suggerisce un'attitudine che merita una particolare sottolineatura. A che pro cercare di veder riconosciuto il nostro diritto a qualunque costo, che senso può avere incaponirsi per veder "condannato" chi ha mancato nei nostri confronti. Farne una questione di principio, di battersi per denunciare ad ogni costo le colpe altrui può risolversi in una sterile contrapposizione che lascerà tra i fratelli uno strascico di sospetti e risentimenti. Come risolvere allora queste vertenze senza alimentare un contenzioso doloroso e lacerante? Molto meglio, suggerisce l'apostolo, rinunciare a rivendicare le proprie ragioni, molto meglio lasciar correre, passare sopra, minimizzare e non dare importanza a certe condotte e a determinate espressioni. In armonia con lo spirito e con l'esempio di Gesù, trova soluzione e realizza le benedizioni di Dio non colui che vuole imporre le proprie argomentazioni, per quanto fondate, ma chi sa perdonare, e ove occorra, subire e sopportare qualche angheria. Preghiamo il Signore affinché uno spirito di tolleranza e benignità pervada sempre i nostri rapporti con tutti i credenti.
Data: 20/01/2005 Visite: 2272 | |
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