Elia era stato rapito in cielo ed Eliseo, secondo la promessa fattagli, ricevette l'incarico divino, indispensabile per proseguire l'opera. L'inizio del ministerio di Eliseo sembrava auspicare un futuro senza problemi ma non fu così: allorché si diresse a Bethel, un gruppo di giovanetti lo assalì schernendolo. Questa volta il profeta non fu portatore di allegrezza, ma di dolore e di lutto. È normale tutto ciò nell'esercizio del ministerio? Certo! Anche l'apostolo Paolo sperimentò che "per mezzo nostro Dio spande dappertutto il profumo della conoscenza... fra quelli che sono sulla via della perdizione: a questi un odor di morte a morte, a quelli un odor di vita a vita" (1). Il ministro di Dio, per l'unzione e la guida dello Spirito Santo, ovunque svolga il Suo servizio, provocherà delle reazioni che paleseranno i veri sentimenti delle persone a cui si rivolge. Quando il cieco nato ricevette la vista per aver ubbidito all'ordine di Gesù (2) i Farisei ebbero una reazione di gelosia e di odio nei riguardi del Signore, a questi il Figlio di Dio disse: "lo sono venuto per far sì che quelli che non vedono, ricevano la vista, e quelli che vedono diventino ciechi" (3). È assai doloroso scoprire che alle volte le avversità vengono da chi vanta la propria religiosità. Se notiamo bene, Eliseo fu beffato dai figli di quelli che vivevano a Bethel, un luogo di grande richiamo spirituale. Così è per tanti servitori del Signore: proprio laddove sperano di trovare maggiore comprensione ed accoglienza, incontrano i maggiori contrasti. Sia che la persecuzione provenga dal mondo pagano, sia che giunga da presunti religiosi, noi credenti ubbidiremo al mandato affidatoci dal nostro Signore, salendo ora sul monte dell'orazione, ora scendendo nella valle dei bisognosi. 1) 2 Corinzi 2:14-16 2) cfr. Giovanni 9:7 3) Giovanni 9:39
Data: 11/01/2005 Visite: 2387 | |
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