Se a qualcuno venisse in mente di idealizzare la chiesa dell'epoca apostolica, eccolo prontamente smentito: una comunità appena sorta conosceva già al suo interno la dolorosa piaga delle dissenzioni. Ad un'unità del tutto formale faceva ormai riscontro un tessuto lacerato da predicazioni difformi al punto che i vari gruppi si riconoscevano in una "guida" e rivendicavano una loro precisa identità in contrapposizione ad altri "correnti" interne.

L'apostolo coglie tutta l'assurdità di una simile situazione ed esorta i credenti, in queste circostanze babeliche, a ritrovare un linguaggio comune e più ancora un'identità di vedute ed opinioni frutto di una maturità ispirata concordemente alla figura del Salvatore. Nella chiesa non c'è spazio per "prime donne" capaci di creare attorno a sé un certo consenso, va quindi denunciato ogni protagonismo o smania personalistica. La comunità non è neppure il terreno su cui sperimentare aggregazioni corporativistiche, chiediamo al Signore di aiutarci a mettere da parte ogni nostra idea affinché abbia il primato solo ed esclusivamente la volontà di Dio. Bandiamo anche ogni inclinazione personale che possa tradursi in qualsiasi forma di faziosità al fine di essere tutti uno in Cristo Gesù.

Data: 06/01/2005 Visite: 2275