Ai nostri giorni la gratitudine è una virtù piuttosto in disarmo. Solo l'uomo trasformato dalla grazia di Dio è soddisfatto e grato al Signore, riconoscente non solo a motivo di ciò che egli ha ricevuto personalmente ma, anche per le ricchezze e benedizioni di cui sono fatti partecipi tutti coloro che sono stati beneficiati dall'Evangelo. In una società fortemente competitiva ove l'antagonismo è diventato la regola, si leva chiara e inconfondibile la voce dell'apostolo. Paolo gioisce e ringrazia Dio per l'abbondanza dei doni spirituali che arricchivano la vita dei credenti di Corinto. Ogni cristiano dovrebbe pregare per il bene dei propri fratelli, per il progresso delle altre comunità e per l'avanzamento dell'intera opera del Signore. Al bando dunque ogni forma di rivalità, poiché non dobbiamo dimostrare niente a nessuno fuorché al Signore. Se il sentimento dell'individuo si nutre delle disgrazie altrui, la gioia del cristiano viene aumentata anche dalle benedizioni e dalla crescita del fratello che ci vive accanto. Se un altro si rivela più dotato di noi, se gode di condizioni più favorevoli o se viene usato in maniera più gloriosa non cerchiamo continuamente di fare dei raffronti ma piuttosto gioiamo per quanto di buono di positivo è dato a vedere nella sua vita. Impariamo dunque a godere del bene altrui ancor più che per il nostro.
Data: 04/01/2005 Visite: 2496 | |
|
|