Achazia, divenuto infermo a causa di una caduta, anziché consultare Elia il servitore dell'Iddio d'Israele, mandò dei messi dal dio di Ecrom, Baal-zebub, per interrogarlo sull'evoluzione della sua infermità. Ma l'Angelo del Signore parlò ad Elia il quale si levò ed andò incontro ai messi del re per rimproverarli duramente affinché riferissero ad Achazia che, proprio a causa della devozione a un "dio straniero", non sarebbe più sceso dal suo letto d'infermità, anzi, sarebbe andato incontro alla morte. li re, dopo che gli fu riferito il fatto, per due volte mandò da Elia un capitano con cinquanta uomini, per chiedere al profeta di Dio di scendere dal monte e recarsi dal re Achazia. Ma l'uomo di Dio si rifiutò e su di loro cadde fuoco dal cielo consumando, entrambe le volte, il capitano e i suoi uomini. Il re inviò un terzo capitano con altri cinquanta uomini ma questi, a differenza degli altri due, non comandò al profeta di scendere, ma fu egli stesso a salire da Elia e giuntovi si inginocchiò per supplicarlo: "Uomo di Dio, sia, ti prego, la mia vita e la vita di questi cinquanta tuoi "servitori", preziosa davanti agli occhi tuoi...". L'angelo del Signore questa volta disse ad Elia di non temere quel capitano, di scendere e recarsi dal re. Il profeta così fece e riferì ad Achazia quanto il Signore gli aveva detto vale a dire che a motivo della sua disubbidienza non sarebbe più guarito e anzi, sarebbe morto. Il re Achazia pagò con la vita la decisione sconsiderata di orientare la propria fede verso un dio straniero, anziché glorificare l'Iddio d'Israele. L'Eterno approvò, invece, il capitano che non si fece forza della propria autorità, ma si umiliò davanti all'uomo di Dio, dichiarandosi suo servitore insieme agli uomini che lo accompagnavano. Questo è un esempio sicuramente da seguire cercando quindi di rimanere fermi nelle prove senza rivolgerci a "dii stranieri". Il Signore senza dubbio ci benedirà, aiutandoci ad uscire indenni da ogni situazione difficile.
Data: 03/01/2005 Visite: 2386 | |
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