Nella sua seconda epistola, Giovanni, aveva parlato di coloro ai quali non si doveva offrire ospitalità. In questa lettera, invece, parla dell'ospitalità in se stessa, insegnando di che natura essa deve essere. V'erano coloro che «erano partiti per amor del nome di Cristo», senza prender alcun che dai pagani. Costoro dovevano essere ospitati dice Giovanni: «in modo degno di Dio». L'ospitalità è una delle caratteristiche principali dei credenti, ma come dobbiamo ospitare, come dobbiamo considerare l'ospite? Pensiamo a ciò che Dio farebbe se si trovasse al nostro posto. Il Signore aprirebbe le porte della Sua casa ci apparecchierebbe la tavola, ci introdurrebbe in una conversazione familiare con Lui; metterebbe a nostra disposizione la propria conoscenza e tutte le ricchezze della Sua grazia. Ecco questo farebbe Dio e così dobbiamo fare anche noi. Il nostro comportamento, a volte, è in contrasto con la chiamata celeste che abbiamo ricevuto. Fare del bene ed in questo caso, ospitare i figliuoli di Dio, è un preciso dovere che rientra in quelle buone opere che Dio ha preparato affinché le compiessimo. Non possiamo ostentare un atteggiamento santo, quando in realtà ci comportiamo in maniera poco coerente. Ospitiamo qualcuno? Facciamolo come lo farebbe Cristo o meglio ospitiamo i credenti vedendo in loro Dio stesso. Se la nostra fede non manifesterà queste opere, sarà morta, ma se disponiamo altrimenti della nostra vita, ospitando ed aiutando chi è nel bisogno, avremo da Dio un premio anche per queste piccole offerte. Dobbiamo realizzare che tutti i nostri beni appartengono a Dio e con essi il nostro cuore. Allineamoci all'esortazione di Giovanni e mettiamola in pratica conducendoci: «in modo degno di Dio».
Data: 30/12/2002 Visite: 4292 | |
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