La comunità cristiana è una famiglia (vv. 1-2): padre, madre, fratello, sorella. E perché è una famiglia, i rapporti fra i suoi membri devono essere improntati al rispetto e alla purezza. Non deve esserci un metodo unico nel riprendere chi sbaglia. Ci sono dei riguardi dovuti all'età ed al sesso. Questo consiglio è rivolto da Paolo a Timoteo particolarmente per il suo servizio pastorale, infatti: «Questi consigli racchiudono, in poche linee, tutto un trattato di prudenza pastorale. Impossibile non ammirare qui la sapienza che procede dall'Alto che è pura, pacifica moderata, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti». L'altruismo nella Comunità cristiana (vv. 3-8). Questo insegnamento è di grande attualità in un mondo dominato dall'egoismo. La Chiesa, pur essendo nel mondo, non dev'essere dominata dallo spirito del mondo. Se i problemi affettivi, familiari, sociali, non sono più risolvibili nel mondo così non deve essere nella Chiesa del Signore, ma deve prevalere l'amore per il prossimo. Notiamo come la chiesa primitiva si occupava delle persone sole e nel bisogno (1). Tutto questo rivoluzionava i costumi di quel tempo in cui le vedove anziane erano, il più delle volte, abbandonate a se stesse (succede anche oggi dove non esiste il timore di Dio), non esistendo alcuna forma di assistenza sociale. La Comunità locale, aiutando queste vedove, permetteva loro di svolgere un grande ministero: quello della preghiera (v. 5). Chi sosteneva e suoi di famiglia era accetto nel cospetto di Dio (v. 4). Questo è valido anche oggi e rileggendo il verso 8 domandiamoci se facciamo tutto il possibile per sovvenire alle necessità dei nostri familiari. Se così non fosse, la dichiarazione biblica è tremenda: «Abbiamo rinnegato la fede, siamo peggiori degli increduli! » L'insegnamento che dà l'Apostolo, non è qualcosa di facoltativo, ma un ordine ben preciso che deve essere seguito affinché la nostra vita sia irreprensibile davanti agli uomini ed a Dio. (1) Atti 6:1.
Data: 16/12/2002 Visite: 5852 | |
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