Questa prima epistola indirizzata a Timoteo insieme con la seconda fanno parte del gruppo delle cosiddette «Epistole Pastorali». Lo scrittore sacro chiarisce innanzi tutto i rapporti fra le legge e la fede, richiamandosi all'esperienza della propria conversione. Raccomanda poi l'esercizio della preghiera, che è da farsi per tutti gli uomini e naturalmente come una elevazione personale del credente. Per l'Apostolo Paolo la fede è il fine del comandamento, della legge, e la preghiera è dopo Cristo un mezzo di salvezza, per ogni uomo. Notiamo il tono: «10 ESORTO...!» Innanzi ad ogni cosa che si facciano preghiere, orazioni, richieste e ringraziamenti per tutti gli uomini» Come si può notare, ha importanza ogni pratica spirituale per una vita cristiana vissuta nel timor di Dio, ma la pietà cristiana della preghiera sembra avere il primo posto nel culto personale e collettivo. Elevare preghiere, orazioni, e ringraziamenti per tutti gli uomini, non solo ci mette in comunicazione con Dio per ricordarli al trono della Sua grazia, ma ci aiuterà a ricordarli quando andremo verso di loro con uno spirito diverso. Cesseremo così di manifestare quel sentimento di egoismo che molte volte ci domina. Paolo esorta a pregare per tutti. Pregare, dirai tu, va bene, ma perché ringraziare Dio per loro, cioè per tutti gli uomini? Si potrebbe, per lo più, ringraziare Dio per i nostri benefattori, ma per i nostri nemici...? Ci sono nella nostra vita tante esperienze, fatte in tempi di grande necessità e quando abbiamo ricevuto dei benefici abbiamo ringraziato l'individuo ma abbiamo dimenticato Dio che lo ha messo sul nostro cammino; era il caso di ringraziare l'Eterno per lui. Tutti gli uomini in qualche maniera, per la misericordia di Dio, ci sono di aiuto e quindi ringraziano Iddio per loro! IO ESORTO! Attraverso la preghiera c'è l'elevazione di noi stessi, per mezzo di essa ci stacchiamo un po’ dalle cose della vita, che molto spesso ci assillano e ci legano. Salendo «sul monte» a pregare ci sentiamo più vicini a Dio e quando saremo poi costretti a scendere «a valle» la nostra attitudine sarà più dolce e più pacifica.
Data: 04/12/2002 Visite: 4987 | |
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