I leviti che come gli altri israeliti avevano affrontato la «grande avventura», che come gli altri avevano sostenuto fatiche ed accettato pericoli e che più degli altri si erano distinti per sacro zelo nel giorno drammatico del «vitello d'oro», vengono ora esclusi dal possesso dell'eredità finalmente assegnata alle tribù d'Israele. Eppure essi assieme al loro eroismo hanno dimostrato la loro consacrazione (1) il loro spirito di rinuncia: si sono dissociati dal peccato dei fratelli, sono diventati estranei anche ai più intimi per sostenere e difendere la causa di Dio (2) ... ed ora vengono privati delle terre alle quali avrebbero diritto? No! Mosè non vuole defraudarli dei loro sacri diritti, anzi vuole dare pieno riconoscimento alla loro scelta e rispettarla non soltanto nella forma, ma anche nella sostanza; i leviti hanno già la loro eredità perché hanno scelto di appartenere all'Eterno e l'Eterno ha consacrata questa loro scelta: la decisione dei leviti li ha resi possessori dei beni più preziosi e più intimi del servizio e della comunione con Dio. Lézione sublime ed incoraggiante per quei cristiani che qualche volta, si rammaricano di non avere, oltre alla provvidenza di ogni giorno, tutte le ricchezze e tutti i godimenti posseduti da altri forse nello stesso mondo religioso. Consacrati a Dio possiamo essere fra i più poveri, anzi possiamo non possedere nulla (3) eppure proprio noi possiamo arricchire molto e proclamare che possediamo ogni cosa (4). Quando siamo di Dio e Dio è realmente la nostra eredità, siamo possessori di una ricchezza infinita ed eterna che supera il valore delle più belle e prosperose contrade della Canaan terrena e perciò nessun rammarico deve turbare o fare ombra alla vocazione celeste che se qualche volta ci fa i più miseri nel presente secolo non per questo sbiadisce la gloriosa condizione di coloro il cui nome è scritto nel cielo: eredi di Dio che hanno Dio per eredità. 1) Esodo 32:26 2) Deuteronomio 33:9 3) 2 Corinzi 6:10 4) 1 Corinzi 3:21
Data: 13/11/2002 Visite: 4234 | |
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