Giacomo dedica quest'epistola ai credenti della dispersione, cioè a quei cristiani giudei che vivevano fuori della Palestina, i quali attraversavano un periodo di prova a causa della fede in Cristo. L'Apostolo sottolinea in questo brano l'importanza della Parola di Dio come unica regola di fede. In mezzo a qualsiasi circostanza della vita dovevano mantenere viva la propria testimonianza, manifestando le buone opere della grazia del Signore, mantenendo a freno la propria lingua. Se erano perseguitati non dovevano mai rinnegare la fede, ma essi dovevano guardare alla Parola di Dio come ad uno specchio, per riconoscere la propria condizione deponendo ogni opera della carne, ed essere liberati dal peccato per quella legge della libertà che è la legge dello Spirito. Quante volte quei credenti avevano con parole testimoniato della loro fede, e detto che in ogni circostanza avrebbero suggellata la " loro fede, se era necessario, anche con la morte, quindi ora era il momento di provarlo. Gesù paragona la casa del savio fondata sulla roccia, a coloro che odono la Sua Parola e la osservano. (1) Questa esortazione è anche diretta a noi come ai cristiani di ogni tempo per incoraggiarci ad essere «facitori della Parola». Anche per ciascuno di noi potranno venire giorni di persecuzioni e di prova, ma lo Spirito Santo ci aiuterà ad adempiere i voti che abbiamo fatto e di rimanere fedeli a Colui che ci ha chiamato, dalla morte alla vita. 1) Luca 6:47-48
Data: 04/11/2002 Visite: 4465 | |
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