Queste parole profetiche sono ricche di suggestione e certamente ci commuovono al pensiero che si sono adempiute quando Gesù crocifisso fu innalzato tra cielo e terra. Ma esse ci rivelano quello che ancora deve accadere quando il popolo di Dio antico scoprirà che Colui che essi hanno trafitto e rifiutato è il vero Messia da loro tanto agognato ed atteso. Quale dolore sarà per loro riconoscere che hanno «ucciso il Signore della Gloria». Ma quel dolore sarà mutato in gioia perché il Messia ripudiato sarà ancora disposto a perdonare i loro peccati. Questa esperienza del rimanente d'Israele che tornerà all'Eterno, è illustrata da quella di Saulo di Tarso, prima persecutore e poi apostolo di Cristo. Ma, come «peccatori salvati per grazia» non possiamo fare a meno di pensare con rammarico al tempo quando anche noi consideravamo il Cristo di Dio un estraneo. Egli era il nostro Salvatore e noi non Lo riconoscevamo; era il nostro Dio e non Lo adoravamo, era il nostro Maestro e non Lo ascoltavamo. Quanto tempo abbiamo trascorso lontani da Lui nell'indifferenza e forse nella ribellione! Ora però, poiché lo Spirito Santo ci ha convinto riconosciamo Cristo come nostro Salvatore, Signore e Maestro e ci rammarichiamo per quegli anni che abbiamo trascorso lontano da Lui. Riguardando a Gesù sulla croce piangiamo per il nostro peccato e per la nostra indifferenza. Però ora, Egli è tutto per noi e per questo desideriamo indicare a tutti: Cristo, soluzione di ogni problema dell'individuo e della collettività. Quando contempliamo Cristo Gesù, meditiamo alle Sue sofferenze, consideriamo la Sua morte sulla croce piangiamo di commozione riconoscendo che Egli ha subito tutto per la nostra salvezza eterna. Oh! Che ogni persona possa riguardare a Lui riconoscendoLo come proprio Salvatore!
Data: 22/09/2002 Visite: 3840 | |
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