L'episodio narrato in questo brano della Scrittura, ci presenta l'ambigua figura di Simone il mago. Uomo malvagio ed ambizioso che mirava ad ottenere il potere sulla volontà dell'uomo soggiogandola alla propria. L'ambizione e la fame di potere di quest'uomo lo spinsero ad offrire danaro agli apostoli per poter ricevere in cambio, quella straordinaria capacità che loro possedevano nell'imporre le mani. Bisogna considerare che egli non conosceva la realtà dei fatti, e cioè che se quegli uomini avevano qualcosa, questo veniva loro donato dallo Spirito Santo nel momento nel quale per fede operavano. Perciò Simone pensò bene che quel loro talento potesse servirgli per poter continuare a sfruttare meglio il popolino ed arricchirsi maggiormente. Ma presto o tardi, ogni piano umano deve confrontarsi con il disegno divino e grazie siano rese a Dio che intervenne per mezzo di Pietro, rivelando la malvagità dei cuore di quell'uomo. RAVVEDITI DUNQUE! Furono le parole che gli rivolse Pietro. In esse è contenuto tutto l'immenso amore di Dio, il quale non desidera che una creatura, pur malvagia ed ambigua, vada in perdizione. Nel Suo amore il Signore offriva a Simone una possibilità alla quale doveva rispondere riconoscendo il proprio peccato e desiderando di essere cambiato nella profondità dell'anima. E PREGA! Non solo di ravvedersi ma gli si chiedeva di dichiarare la propria insufficienza rivolgendo a Dio la preghiera sincera e pentita del cuore che riconosce la propria condizione di miseria ed affanno: Abbi pietà di me, peccatore! TI SIA PERDONATO! Se è possibile disse Pietro. Probabilmente intendeva dire: «se sei sincero, se apri il tuo cuore alla Sua Parola e ti lasci trasformare arrendendoti nelle Sue mani, stese verso di te». E se per Simone fu possibile, forse, essere perdonato, ciò è possibile per noi oggi. Ravvediamoci dunque, se siamo in fallo, e preghiamo il Signore di perdonarci e renderci la gioia della Sua salvezza.
Data: 28/08/2002 Visite: 4103 | |
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