«Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Ecco, perché? Perché il Giusto, il Santo, l'Unigenito e prediletto Figlio da ogni eternità, Colui che non poté trascurare la richiesta del lebbroso l'invocazione del cieco, ed il gemito delle folle stanche ed affaticate Colui che non rimase inerte presso il letto di un malato, davanti a una bara o ad un sepolcro chiuso da quattro giorni Colui che affermò: «IO SONO LA RESURREZIONE E LA VITA» e «IO METTO LA MIA VITA PER LE PECORE… IO DEPONGO LA MIA VITA… IO HO POTESTÀ DI DEPORLA E DI RIPIGLIARLA» (Giov. 11:25 10:15,17,18), in questo momento deve esclamare: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» Siamo confusi, sembra trovarsi di fronte alla negazione della onnipotenza e dell'amore del Padre, che pure aveva detto: «Questo è il mio diletto Figliuolo, nel quale mi sono compiaciuto; ascoltatelo!». Ma non è così, Gesù stesso lo spiegò agli sconfortati e disorientati discepoli di Emmaus: «Oh insensati e tardi di cuore a credere, non bisognava che il Cristo soffrisse queste cose ed entrasse quindi nella Sua gloria? (Luca 24:25,26). Solo in questo modo può essere spiegata la necessità e l'inevitabilità di un così tremendo «abbandono». Quindi, è proprio in virtù dell'abbandono di Cristo che la creatura può avere nuovamente comunione col Creatore ed è proprio in virtù di questa momentanea, eppur totale separazione tra il Padre ed il Suo diletto Figliuolo che l'uomo è riconciliato per sempre con Dio. Fu un abbandono reale terribile, ma indispensabile, altrimenti nessuno e mai più avrebbe potuto essere introdotto nella presenza del Padre, infatti ora solo abbiamo la certezza di non essere mai più separati da Dio per il tempo e per l'eternità, poiché «Colui che non ha conosciuto peccato, Egli l'ha fatto esser peccato per noi… Egli giusto per gli ingiusti, per condurci a Dio Benedici anima mia l'Eterno, perché il grido di abbandono del Figlio si è trasformato nell'inno di trionfo del peccatore, poiché: «che diremo dunque a queste cose? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Colui che non ha risparmiato il proprio Figliuolo (vive) come non ci donerà egli tutte le cose con Lui?
Data: 18/07/2002 Visite: 4713 | |
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