II salmista esalta con giubilo la sua bella eredità; questa fiducia in Dio, questa comunione che lo porta a recepire il consiglio dell'Eterno, il quale gli parla al cuore dandogli la sicurezza del Suo infinito amore e della Sua presenza. Egli ha udito il comando di Dio; ha risposto: «Tu sei il mio Signore: ha esperimentato il Suo amore e gli ha donato tutto il suo affetto. Ha scoperto che l'unica risposta sufficiente ai disperati bisogni umani viene dall'Eterno. Tutta questa meravigliosa realtà di valori spirituali lo illuminare sul mistero della meta suprema, l'immortalità. Sente la certezza di una vita oltre la tomba, la gioia completa di vedere la gloria del Signore. Questa è l'esperienza grandissima di fiducia e felicità del credente il quale accetta l'Eterno quale suo Signore. Egli si sottomette volontariamente, alla Sua volontà ricevendo la certezza del più grande dono: la vita eterna. Il proponimento di Dio è esattamente questo: che il cristiano viva una vita di profonda spiritualità sempre progressiva fino a partecipare nei cieli alla gloria eterna. Nei primitivi cristiani si è manifestata una vita piena di vivide e gioiosa consapevolezza della presenza in loro del Signore glorificato. Cristo era veramente una realtà per loro. Così per noi, la presenza del Signore resuscitato deve essere una intensa potente realtà. Avendo conosciuto il nostro Signore dopo aver imparato le profonde verità della salvezza dobbiamo divenire uomini puri di cuore, per manifestare l'umiltà al posto dell'orgoglio, l'amore al posto dell'odio. Così rinnovati sentiremo un impellente bisogno di condurre altri al Salvatore che ci ha redenti e trasformati. Offriamo a Gesù Cristo tutta intera la consacrazione del nostro cuore, intelletto, volontà, così nella nostra vita prenderanno posto un fervore più grande, una pietà più viva, un maggiore spirito di preghiera nella lotta contro il peccato. Eleviamo incessantemente a Dio questa nostra richiesta e allora potremo dire come il salmista: Oh Eterno «Tu sei il mio Signore, io non ho bene all'infuori di Te. La sorte è caduta per me in luoghi dilettevoli. Una bella eredità mi è pur toccata» (v. 2,6).
Data: 30/06/2002 Visite: 9329 | |
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