In tutto l'Antico Testamento si ritrovano numerosi esempi relativi alla determinazione del Signore di farsi conoscere dall'uomo, per stabilire un colloquio con Lui. Il terzo capitolo della Genesi mostra Dio che, sul far della sera, si inoltra nel giardino dell'Eden per incontrarsi con la Sua creatura, da questo incontro nasceva la possibilità, da parte dell'uomo di conoscere il suo Creatore. Si può senz'altro affermare che il verso 16 del Salmo 9 illumina non soltanto il canto stesso, ma l'intera Parola di Dio: «L'Eterno si è fatto conoscere» dice Davide. Egli non ha inteso farlo soltanto con i nostri progenitori, anzi, ha stabilito che questa conoscenza fosse resa possibile a tutta l'umanità. L'apostolo Paolo può dire che le «perfezioni invisibili di Lui, la Sua eterna potenza e divinità si vedono chiaramente sin dalla creazione del mondo». (1) La creazione divina è il primo mezzo col quale Dio ha inteso farsi conoscere. La rivelazione divina, però, anche se iniziata con il creato, non si limita ad esso. Dopo essersi scelto un popolo, il Signore decise di far conoscere ad esso il Suo carattere e la Sua volontà; ecco quindi che Mosè riceve da Lui un secondo mezzo di rivelazione: la Legge. La storia biblica dice però chiaramente che neanche questa seconda «fase» della rivelazione fu sufficiente all'uomo per conoscere intimamente Dio ed ecco che sulla sera del mondo, appare, nella pienezza dei tempi, Gesù, «L'immagine dell'invisibile Iddio» (2), che poté dire: «Chi ha visto me ha visto il Padre» (3). L'Eterno s'è fatto conoscere e si fa ancora oggi conoscere per mezzo del Suo Figliuolo; soltanto in Lui, scrive Paolo, potete essere capaci di abbracciare «con tutti i santi, quale sia la larghezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità dell'amore di Cristo e di conoscere questo amore che sorpassa ogni conoscenza, affinché giungiate ad essere ripieni di tutta la pienezza di Dio». 1) Romani 1:20 2) Colossesi 1:15 3) Giovanni 14:9
Data: 17/06/2002 Visite: 7417 | |
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