Qualcuno ha definito questo salmo: la profezia del regno dell'unto di Dio. Il salmista, infatti, sotto l'influenza dell'ispirazione dello Spirito Santo, pronuncia verità basilari quali la sovranità del Figlio e l'instaurazione del Suo regno. Il salmo inizia parlando della ribellione dell'uomo verso il proprio creatore! La risposta umana all'attenzione divina, quadro perfetto dell'umanità odierna che rigetta le sane basi dell'Evangelo per ricercare più sofisticate leggi di vita, le quali nient'altro sono se non ribellione a Dio. Una ribellione che inevitabilmente attira il giudizio di Dio, la Sua ira devastatrice. Il salmista usa la parola «smarriti» per descrivere lo stato di coloro che di questa ira subiranno le conseguenze. Ma, grazie siano rese a Dio perché Egli ha stabilito il Suo Re sopra Sion, monte della Sua santità! Queste parole ci riportano alla mente il monte Golgota, dove Cristo Gesù, il Re dei re, ha provveduto per noi una salvezza eterna, sacrificandosi per l'intera umanità. Su quel monte, Cristo ha stabilito il Suo Regno, in modo che chiunque vi sale riconoscendo Cristo come proprio personale Salvatore e Signore, trovi salvezza dall'ira di Dio. L'intero piano salvifico del Creatore trova qui la propria attuazione alla ribellione dell'uomo è stato riposto con l'amore, alle congiure umane è stato riposto con lo stabilire un monte, palese dimostrazione che per tutti c'è una via di salvezza. Perciò il salmista conclude il proprio canto con un invito a tutti quelli che riconoscono il proprio bisogno: «Servite l'Eterno con timore, gioite con tremore», spronando ancora una volta, a lasciare le vie umane della salvezza per ricercare quella divina! Servire l'Eterno con timore, non vuol dire aver paura del giudizio di Dio, ma avere riverenza, conoscere Lui ed il Suo amore mediante il Figliuolo confidarsi in Lui, perché: «Beati tutti quelli che si confidano in Lui».
Data: 03/06/2002 Visite: 5064 | |
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