Il passo che ci viene presentato illustra un «semplice» episodio che ci presenta una verità da tener in grande considerazione. Essere testimone! È la verità centrale di questo brano. Bisogna che: «Uno sia fatto testimone con noi della resurrezione di Lui» (v. 22). Per esser veri testimoni dobbiamo avere visto ed udito: questo aveva fatto Mattia! Perciò la scelta non fu casuale, ma voluta dallo Spirito Santo. Nella Chiesa dell'Era Apostolica, i «dodici» erano coloro che amministravano la Parola di Dio in mancanza della Parola scritta, ed è per questo che era necessario che avessero vissuto con Gesù e ricevuto personalmente i Suoi ammaestramenti. Il testimone doveva aver CONOSCIUTO GESÙ! Aver ASCOLTATO GESÙ! Aver SEGUITO il Suo invito! Queste qualità erano presenti in Mattia, ed il Signore le conosceva, perciò su di lui fece cadere la sorte. Chi dice che gli apostoli abbiano peccato di precipitazione nell'eleggerlo, e che il dodicesimo apostolo fosse in realtà Giacomo, fratello del Signore o Paolo, si sbaglia. Soltanto in Mattia esistevano requisiti richiesti mentre nella vita degli altri due qualcosa è mancato; pur essendo «apostoli», essi non sono «apostoli del fondamento». L'insegnamento che questo passo esprime è molto importante. Ci ricorda che per essere veri Testimoni è necessario aver conosciuto, ascoltato e seguito Gesù, essere stati compunti dalla Sua morte espiatoria, e in seguito alla Sua resurrezione aver ricevuto redenzione. Queste cinque qualità sono indispensabili per qualunque cristiano che desideri essere testimone dell'Evangelo della Grazia. Dio ci aiuti ad esserlo realmente e, se Egli vuole, ci renda come Giacomo e Paolo: «Apostoli dell'edificio».
Data: 02/06/2002 Visite: 4595 | |
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