L'episodio ci narra del dono di Dio a Giuseppe. Egli umile schiavo ebreo,
riuscì là dove i magi di Faraone erano falliti; mediante l'aiuto divino, aveva
svergognato i professionisti delle scienze occulte. Tutti gli «scienziati» del
paese si prodigarono nel tentativo di alleviare il turbamento che il sogno
aveva prodotto nell'animo di Faraone, ma miseramente fallirono. Quando non
c'era più speranza di conoscere il significato del sogno, Dio intervenne
presentando alla corte del Re d'Egitto il Suo servitore Giuseppe. Un uomo
umile, che si trovava in condizioni di disagio, ma che amava Dio e conosceva la
Sua volontà; un uomo semplice, armato di quella fede nel Signore che dovrebbe
essere la caratteristica di ogni credente.
La forza di quell'uomo risiedeva nella sapienza che Dio
gli aveva donato; egli infatti, non solo diede l'interpretazione del sogno, ma
consigliò il Faraone sul come prendere provvedimenti per evitare la catastrofe
della carestia. Fu saggio al punto che lo elessero viceré d'Egitto, e lo
portarono dalla prigione alla gloria del comando.
La
sapienza di Dio viene ricercata nel mondo d'oggi, dove la gente è preoccupata
ed angosciata come Faraone. Chiediamo al Signore di renderci savi come desidera
che siamo; impegnandoci nella ricerca della saggezza del consiglio di Dio,
esaminiamo noi stessi per diventare più semplici, come piccoli fanciulli, ai
quali viene rivelata la Scrittura.
Giuseppe,
armato di questa fondamentale qualità, fu uno strumento usato da Dio,
nell'ambito del Suo meraviglioso piano verso il popolo d'Israele. Rimase umile
e sempre disposto a ricercare la saggezza di Dio. La sua risposta a Faraone
deve essere il nostro motto: «Non son io, ma sarà Dio ... »
Dio ci aiuti a rimanerGli fedeli come lo fu Giuseppe.
Data: 08/05/2000 Visite: 6402 | |
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