Il Signore chiede a Giacobbe di andare a Bethel e di farGli un altare,
luogo di adorazione, di offerta, di sacrificio; ed a questa richiesta Giacobbe
conscio dell'impurità che esisteva nella sua famiglia e in coloro che lo
seguivano, lancia un santo monito di purificazione.
Il patriarca sa che il Signore è l'unico Dio ed è un Dio
santo; perciò è necessario che quelli che si accostano a Lui debbano prepararsi
per tale incontro. Indispensabile per coloro che, con sincerità di cuore,
desiderano accostarsi a Dio.
Purtroppo la vita dell'uomo del nostro secolo, tanto
movimentata, con tante esigenze è piena di presunzione; spesso ci avvolge nel
suo turbine lasciandoci sfiduciati fino a farci essere quasi preda di dèi
stranieri, fino a contaminare la nostra fede, ma, coraggio fratelli, leviamoci
e torniamo a Dio.
I
figli d'Israele diedero nelle mani di Giacobbe i loro idoli, il quale li
nascose sotto la quercia presso Sichem; ma sia benedetto il Signore
onnipotente, ora abbiamo fra noi Uno superiore a Giacobbe il cui nome è Gesù,
Egli è al nostro fianco e ci invita a deporre ogni idolo, (Oggetto o persona
che si frappone fra noi e Dio impedendoci di dare a Lui il primo posto nella
nostra vita) nelle sue mani per nasconderli sotto la croce del calvario e non
ricordarli più.
Chiediamo a Gesù di purificarci con il suo preziosissimo
sangue e di cambiare proprio in quest'ora le anime nostre affinché anche la
nostra condotta sia santa.
E dopo leviamoci edifichiamo a Dio l'altare del nostro
cuore sul quale potremo offrire a Lui non solo la nostra adorazione, ma tutto
il nostro servizio, per la causa del Santo Evangelo e saremo allora anche
disposti a donare se necessario la nostra vita per Lui. Gesù ha detto «Chi
crede in me, anche se muoia vivrà».
Torniamo alla gloriosa esperienza del nostro primo
incontro con Cristo, con lo stesso sentimento e con la stessa fede ed il
Signore ristorerà le anime nostre.
Data: 26/04/2000 Visite: 4648 | |
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