In molti passi dell'Antico Testamento, Dio è presentato come il Vignaiolo
e il popolo d'Israele come vigna. Quell'immagine viene qui modificata, Gesù è
la vera vite; non una piantagione, dunque, ma una pianta unica, un ceppo solo
al quale è necessario rimanere uniti, perché non c'è vita se non in Lui e solo
attraverso di Lui. L'importanza eccezionale di questa dichiarazione è
sottolineata dalla formula solenne «Io Sono ...» dimostrando così la Sua
eternità e divinità.
I versi 2 e 3 affermano poi che ogni tralcio, ossia ogni credente è
oggetto di attenzione del vignaiolo: per i tralci non vi sono che due
possibilità: portare frutto, o essere tagliato, non esistono mezze misure, non
esiste un quieto vivere cristiano fatto di adesione tradizionale: o la fede e
ubbidienza, o l'incredulità. I discepoli sono puri, cioè «mondi» perché hanno
ricevuto la Parola e l'hanno creduta, però questa purezza non è un frutto o un
punto d'arrivo, ma di partenza, infatti Dio vuole che essi producano ancora
«più frutto». Chi crede nella Parola di Cristo deve poi trovare il giusto
rapporto, -indicato con l'espressione: «dimorate in Me e Io dimorerò in voi». È
questo un modo per descrivere il rapporto fra il tralcio e il ceppo della vite;
non v'è soltanto una unione teorica con il Signore, ma una vita pratica
determinata da Lui con l'ubbidienza. Perciò dimorare in Cristo è
indispensabile per produrre un frutto permanente. Nulla si potrà ottenere senza
Gesù, nulla si potrà fare senza Lui. È anche descritta una vita di inutilità
senza Cristo, ed è quella dei tralci secchi che si bruciano perché non servono
a nulla. Se Gesù dimorerà in noi, nulla ci sarà negato.
Se dimoriamo in Lui desidereremo quello che Gesù stesso
vuole ed Egli non ha altra volontà che quella del Padre. Soltanto quando noi
armonizziamo la nostra volontà con quella di Cristo e del Padre, ci ritroveremo
al centro della volontà di Dio e la fede nostra sarà manifesta. Uniti alla vera
Vite, porteremo i veri frutti del vero amore per rallegrare il cuore di Dio e
di Cristo e produrre frutti che siano benedizione ai nostri simili.
Data: 19/04/2000 Visite: 9420 | |
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