Il
passo ci rivela la mentalità di Labano, legata alla tradizione e ad una
religione superstiziosa. Egli è risentito perché Giacobbe ha lasciato la sua
casa furtivamente e non gli, ha permesso di accomiatarsi dalla figliuola, ma
soprattutto per gli «dei» che gli erano stati rubati.
È comprendibile che, un uomo, il quale tanto facilmente non manteneva la
propria parola, come aveva fatto ripetutamente con Giacobbe, avesse una
religione idolatra, fondata sul possesso di idoli familiari.
Tutta la sua fede era legata ai suoi idoli, e quando si accorge che gli
sono stati rubati, ne inezia, disperato, la ricerca. Come potevano quegli idoli
aiutarlo se non avevano potuto scongiurare il furto di loro stessi.
Quanta gente anche oggi si fa una religione di questo
genere e quindi è legata a «dei» che noli possono aiutarli, mentre la vera fede
nell'Iddio vivente e vero produce fiducia e forza.
Labano si trovava in uno stato di confusione. Egli affermava di aver
avuto una rivelazione da Dio, ma continua a parlarne come «l'Iddio del padre
vostro» (v. 29). Purtroppo ci sono persone alle quali Dio si rivela, ma
continuano a rimanere legate alle proprie tradizioni religiose, al massimo
manifestano riverenza per l'Iddio vero, ma non abbandonano mai le proprie
deità. La loro condizione è pericolosa, «perché pur avendo conosciuto Iddio,
non Lo hanno glorificato come Dio» (1).
Labano sarà disposto anche a fare un patto chiamando
l'Iddio di Giacobbe a testimone. Già allora si manifestava quella forma di
tolleranza per la fede di ciascuno che si manifesterà nelle religioni pagane
dei periodi posteriori, fino alle forme attuali.
Queste forme di comprensione religiosa sono certamente un
atto di umana tolleranza, ma non spingeranno mai l'uomo alla ricerca della
verità che si trova soltanto nel vero ed unico Dio, creatore di tutte le cose e
Padre del nostro Signore Gesù Cristo, il divino Salvatore.
(1) Romani 1:21.
Data: 18/04/2000 Visite: 4536 | |
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