Quest'ordine dell'Eterno poneva fine ad un periodo duro e
travagliato della vita di Giacobbe, che d'altronde non sarebbe stata mai
troppo tranquilla. Ma quei vent'anni trascorsi in Mesopotamia erano stati una
specie di cattività, la conseguenza giusta ed inevitabile della sua condotta
non proprio limpida. Egli amava Dio, desiderava realizzare nella sua vita la
presenza, la benedizione, la promessa dell'Eterno, come suo padre e suo nonno,
ma, non era il primogenito e questo fatto sembrava soffocare le speranze della
sua vocazione, oltre a ciò l'indifferenza di Esaù verso l'Eterno aumentava il
suo disappunto.
E
con l'inganno si procurò la primogenitura, dovendo però subire l'esilio, la
lontananza dalla sua terra natia.
L'esperienza di Giacobbe insegna a noi credenti che per
raggiungere i traguardi della vita cristiana, i doni che Gesù ha promesso per
questa vita terrena, ed il traguardo della finale perseveranza, dobbiamo essere
leali ed integri con Dio e con gli uomini. Nel cammino della fede, non ci sono
scorciatoie, dobbiamo ubbidire a Dio in tutta la Sua volontà, dobbiamo
osservare tutte le cose che ci ha insegnato.
A volte facciamo una distinzione fra comandamenti primari secondari,
pensiamo che alcuni vanno assolutamente ubbiditi, altri non necessariamente,
altre volte, come Giacobbe, vogliamo aiutare Dio a far presto, e agiamo con
azioni di dubbia giustizia e bontà ma, Dio non si fa beffare neanche da noi.
Egli ha comandato che le Sue leggi e le Sue prescrizioni siano strettamente
osservate e la via più breve è sempre quella di tutta la Sua volontà. Una
piccola disubbidienza, un piccolo peccato, una zona trascurata della vita
cristiana, ci fanno perdere del tempo prezioso ed attireranno su noi la
disciplina di Colui che corregge i Suoi figliuoli che ama.
Quello che ci meraviglia e ci incoraggia è il fatto che Dio fu sempre
con Giacobbe e lo benedisse malgrado i suoi errori. Confidiamo dunque nella
misericordia di Dio. Non sempre la presenza del Signore nella nostra vita
significa che Egli approva tutto quello che facciamo, ma rimane vicino a noi
perché ci ama e pazientemente aspetta che cresciamo.
Data: 16/04/2000 Visite: 4299 | |
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