Numeri 15:32-41 Un uomo viene lapidato per aver trascurato un comandamento di Dio. La lapidazione, il castigo che il Signore infligge al trasgressore, può sembrare eccessiva. Ma l'ira di Dio altro non è che la manifestazione della Sua giustizia. Egli non poteva che comportarsi in questo modo di fronte al peccato. Questo naturalmente non significa che Dio goda nel punire i peccatori, dato che Egli compie ogni sforzo affinché l'uomo sia in grado di mettere ad effetto la Sua legge. Per questo motivo Egli tramite Mosè per l'ennesima volta parla agli Israeliti istruendoli e consigliando loro di mettere un ornamento agli angoli delle loro vesti. Vi si dovevano fissare delle nappe e sulle nappe un cordone violetto. Lo scopo non era certamente estetico, ma spirituale. Le nappe dovevano servire a ricordare agli Israeliti che erano un popolo scelto, santo e chiamato a mettere in pratica i comandamenti di Dio. Anche la chiesa è un popolo santo e Dio richiede da noi una santità non inferiore a quella che esigeva dagli Israeliti. E' vero che oggi non assistiamo più a giudizi divini istantanei, ma Cristo dice che se la nostra giustizia non supera quella degli scribi e dei Farisei, non entreremo nel regno dei cieli (1). Non ci viene richiesto di ornare le nostre vesti, ma di spogliare completamente l'uomo vecchio e di far indossare all'uomo nuovo gli abiti della giustizia e della santità. Le nostre leggi non sono scritte su codici da rispettare, esse sono impresse nel nostro cuore dallo Spirito Santo. Viviamo nella dispensazione della grazia e purtroppo taluni ritengono che in questa realtà ci si trovi di fronte ad una maggiore indulgenza nei riguardi del peccato. Ma ricordiamo che Dio ha gli occhi troppo puri per sopportare la vista del male. Ci aiuti il Signore a vivere una vita santa, pura sotto il Suo sguardo, mirando sempre a Colui che è il nostro esempio di sempre: Cristo Gesù. 1) cfr. Matteo 5:20
Data: 20/07/2008 Visite: 3784 | |
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