Marco 3:1-12 I Farisei temevano il grande ascendente che Gesù aveva sulla Lolla, perciò Lo osservavano, anzi Lo spiavano, in ogni Sua azio¬ne per poterlo accusare di violazione della legge o di bestemmia contro il Tempio. Per i farisei anche una buona azione poteva essere motivo di accusa. Ancora una volta li scorgiamo in agguato, pronti a scattare non appena Gesù avesse operato per guarire l'uomo dalla mano secca. Avrebbero subito denunciato che una simile condotta violava il Sabato. Una simile perfidia e ipocrisia si scontrò in questa occasione con la sagacia di Gesù che li interrogò sulla legittimità di operare bene o male durante il Sabato; ma preferirono non rispondere a quella domanda. Ebbero paura di misurarsi con la franchezza della Verità, loro, maestri di ipocrisia, sofisti e legulei, non seppero rispondere ed abbandonarono come in altre occasioni, quello che avrebbe dovuto essere il loro campo di battaglia preferito. La mentalità farisaica purtroppo esiste ancora oggi, ed è una logica perversa e insidiosa poiché si muove su un terreno di scaltro op¬portunismo e non è volta alla ricerca della verità. Attorno al credente in Cristo c'è una società che lo osserva. Chi in maniera serena e priva di pregiudizi e chi con l'intento di cogliere in difetto il cristiano, per muovergli accuse per quanto pretestuose e infondate possano essere le argomentazioni su cui si basano. Viviamo in perenne conflitto con Satana, nemico dell'anima nostra, una guerra condotta con astuzia, senza esclusioni di col¬pi, facendo ricorso a mezzi subdoli. Ma se la nostra vita è nascosta con Cristo in Dio (1) la Verità saprà confondere, zittire, allontanare l'accusatore e tutti coloro che ne sono strumenti. 1) cfr. Colossesi 3:3
Data: 08/06/2008 Visite: 3007 | |
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