L'entrata
trionfale di Gesù, montando su un puledro d'asina, in Gerusalemmme, è ricordata
anche da coloro che si accostano alla Bibbia in modo soltanto tradizionale. Ciò
che noi vogliamo meditare, non è il fatto storico a se stante ed i suoi
risvolti sociali, ma il beneficio spirituale che esso ci porta. La gente
esclamava: «Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il Re
d'Israele!». Nella loro esclamazione viene espressa tutta la gioia di un popolo
che riteneva finalmente di aver trovato il Messia promesso, vi era espressa
tutta la frenetica rabbia contro l'oppressore, era insomma un grido di Osanna a
Colui che li avrebbe liberati dal giogo di Roma.
Ma non fu
così: Cristo Gesù, montato su un puledro d'asina, era venuto a testimoniare che
il Suo Regno non era di questo mondo. La gente non Lo comprese, come non Lo
compresero i Suoi discepoli, soltanto dopo la Sua ascensione, coloro che
credettero in Lui, iniziarono a collegare le diverse situazioni, e finalmente
...capirono!
Cristo
era Colui che veniva nel nome del Signore, per liberare, non dal giogo
temporale di Roma, ma bensì dalla schiavitù del male e del peccato. Era Colui
che veniva a ricolmarci di gioia, non una gioia effimera conseguenza di un
fatto puramente terreno, come la liberazione dal nemico, ma una gioia
profonda, reale, che scaturisce dalla Sua stessa presenza in noi.
Quel popolo di
Gerusalemme che gridava: «Osanna», fu presto pronto a gridare: «crocifiggilo»,
appena capì che Gesù noti era quello che loro avrebbero desiderato che fosse.
Soltanto
chi è generato da Dio, e ha da Lui ricevuto nuova vita, può comprendere appieno
il significato della venuta di Gesù. Tutti noi, riconoscendolo insieme ai santi
di Dio che ci hanno preceduto, volgiamo esclamare dal profondo del cuore:
«Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il Re d'Israele!». Il
nostro Liberatore dalla condanna del male e del peccato.
Data: 07/04/2000 Visite: 8515 | |
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