"Perché il bene che voglio, non lo fo; ma il male che non voglio, quello fo. Chi mi trarrà da questo corpo di morte... ? Grazie siano rese a Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore" (Romani 7:19-25) Il settimo capitolo dei Romani riflette, come in uno specchio, l'immagine del conflitto che lacera l'anima dell'uomo. Si può osservare che il pronome personale "Io" ricorre implicitamente in modo frequente. Questo "Io" concupisce e lotta contro la carne, ma non ci sono riferimenti allo Spirito Santo a questo proposito. Il tentativo dell'uomo è di mantenersi puro e santo proponendosi delle buone intenzioni, esercitando la propria forza di volontà. Ma poiché Satana non può scacciare Satana, così la volontà dell'uomo non ha la forza di esorcizzare il proprio male. Ci volgiamo, pertanto, con riconoscenza, all'ottavo capitolo, che è pieno della potenza dello Spirito Santo per sconfiggere il male, mentre il settimo non può che enumerare la sequenza degli sforzi umani. La lezione vale anche per noi creden ti: soltanto quando impariamo ad affidare il nostro "Io" più intimo allo Spirito di Dio possiamo diventare più che vincitori, mediante Colui che ci ha amato. Finché nel conflitto facciamo assegnamento sulle nostre forze, non c'è verso di vincere, ma soltanto di sperimentare gli alti e i bassi, quella vita debole e difettosa che l'apostolo descrive così vividamente. Come mai l'anima dell'uomo è così piena di malvagità, incapace di liberarsene da sola attraverso dei propositi rinnovati all'infinito? Come mai appare priva della forza e del dinamismo necessari? Noi non sappiamo spiegarlo. Ma scopriamo che "la legge del peccato e della morte nelle mie membra combatte contro la legge della mia mente, e mi rende prigione". È un'esperienza di naufragio, quando scopriamo che la corrente scorre velocemente contro di noi e ci porta via nonostante il nostro desiderio tenace di lottare e di vincere. Chi non ha sperimentato una sconfitta dopo aver espresso il fervente desidero di agire con giustizia? L'amarezza supera ogni altra considerazione, anche la più nobile che abbiamo elaborato nei nostri momenti più importanti. È di grande consolazione sapere che lo Spirito di Dio è pronto a rinnovare il nostro uomo interiore, giorno dopo giorno (cfr. II Cor. 4:16) e renderci così liberi dalla legge del peccato e della morte. Abbiamo bisogno di un rinnovamento quotidiano. Giorno dopo giorno, e ora dopo ora, dobbiamo ricercare per fede una fresca effusione della potenza dello Spirito Santo, per poter essere appieno dei vincitori.
Data: 01/11/2007 Visite: 3262 | |
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