"Quanto più il sangue di Cristo che mediante lo Spirito eterno ha offerto se stesso puro d 'ogni colpa a Dio, purificherà la vostra coscienza dalle opere morte per servire all'Iddio vivente?" (Ebrei 9:14) Qual è il significato del termine eterno? Troppo spesso viene impiegato come sinonimo di immortale, ma alle due parole corrispondono concetti diversi. Immortale trasmette l'idea della durata nel tempo; invece eterno definisce la qualità e il carattere di un'esistenza che risulta assolutamente estranea al concetto di tempo. Ciò che è eterno non viene misurato dalla durata. L'eterno non comporta successione di anni, non può essere collegato all'idea di passato o di futuro. Esso è il presente senza data, e, quindi, è prerogativa esclusiva di Dio, l'IO SONO, poiché Egli vive l'eterno presente. Egli non fu e non sarà mai qualcosa che non sia in questo preciso momento, e soltanto ciò che è proprio del Suo essere può venire indicato come eterno. Pertanto, quando ci viene detto che il nostro Signore offrì Sé stesso a Dio mediante lo Spirito eterno (cfr. Ebrei 9:14), dobbiamo credere che nel valore della Croce vi fosse questo elemento di eternità. Il nostro Signore era l'Agnello immolato prima della fondazione del mondo (cfr. Ap. 13:8). La croce di Cristo è virtualmente contemporanea a tutte le generazioni dell'umanità, ed è questo attributo dell'eternità che dà a quel sacrificio valenza perenne. La croce ci presenta Cristo con le braccia aperte per accogliere ogni anima peccatrice. I chiodi non sono arrugginiti o smussati dagli anni trascorsi da quando trapassarono la carne del Salvatore. E, poiché ci umiliamo e sottomettiamo, la nostra anima orgogliosa ed egoista viene inchiodata con Lui sulla croce, in virtù della potenza dello Spirito eterno. Dalle Sue sofferenze scaturisce la vita per coloro ai quali siamo mandati, e mentre serviamo il Dio vivente, possiamo dire con fapostolo: "La morte opera in noi, ma la vita in voi" (II Cor. 4:10-12).
Data: 20/10/2007 Visite: 2878 | |
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