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Testimonianze di vite trasformate dal Vangelo

Le opere gloriose di Dio


di Maria Cristina Coppola
Trascritto da eVangelo

Sono nata in una famiglia aderente alla religione ufficiale. Potevamo ritenerci "buoni cristiani" visto che andavamo in chiesa a Natale e a Pasqua per adempiere i vari sacramenti, ed eravamo presenti a qualche funerale. Ci avevano insegnato che c’era un Dio creatore in cielo che però aveva tanto da fare: doveva controllare gli uomini che non ubbidivano ai Suoi comandamenti, che peccavano, perché doveva poi "divertirsi" a castigarli. Di un Dio così non c’era che averne paura, però inconsciamente cercavamo di tenerLo buono, ubbidendoGli quasi a voler accontentare i Suoi desideri.

Anche se all’apparenza eravamo una tra le migliori famiglie del quartiere, in realtà le cose non andavano proprio benissimo. Mia madre soffriva di un forte esaurimento nervoso, mio padre lavorava e non era certo sempre di aiuto. Caratterialmente non andavano d’accordo, perciò spesso avevano deciso di divorziare. Ora posso dire che il Signore già allora guardava la mia famiglia, ma non per controllare severamente quando peccasse, piuttosto per manifestare il Suo amore.

Io ero triste per questa situazione. Andando a scuola e ritornando a casa soltanto la sera, la situazione non mi pesava tanto, ma quando arrivava la domenica per me era un vero tormento. Se non litigavano, i miei genitori si ignoravano e passavano le giornate davanti alla televisione. Quando proprio ero stanca di queste situazioni, andavo nel giardino di casa. Amavo guardare il cielo e parlare con Dio, anche se mi faceva paura. Mi piaceva pensare che in antitesi ad una vita terrena così insignificante e falsa, ci fosse nel cielo una vita serena e bella. Penso che il Signore individuasse il nostro assoluto bisogno di aiuto e ascoltasse le preghiere di una bambina.

Dopo la morte di mia nonna, mia madre venne a contatto con la fede evangelica e accettò il Signore nel suo cuore. Egli la guarì dall’esaurimento e migliorò la sua vita. Mio padre non credeva fosse qualcosa di profondo, così la provocava facendo di tutto per farla innervosire. Vedendo che mia madre era veramente diversa, perché sprizzava pace e amore, pensò che avesse avuto un "lavaggio del cervello", così andò n chiesa per discutere con il pastore. Quando entrò, la Parola di Dio parlò al suo cuore, facendogli vedere la sua condizione di peccatore.

Comprendevo che stava accadendo qualcosa di particolare, ma al tempo stesso bello nella mia famiglia. Dal tunnel buio di una vita senza speranza, intravedevo una fioca, debole luce. Per me era strano pensare che Dio avesse in realtà un piano per la salvezza di tutti gli uomini e che nulla era casuale. Egli non aveva creato l’uomo per lasciarlo poi al suo destino, ma voleva avere comunione con la Sua creatura e dargli il modo di vivere bene. Pensare che l’amore di Dio fosse così grande da mandare il Suo unigenito Figlio per salvare l’umanità era incomprensibile, anche se nel cuore desideravo credere che fosse così.

Avevo nove anni quando andai ad un campeggio evangelico. Sentivo parlare di amore e di pace! Ero molto scontrosa ed aggressiva perché non sopportavo di vedere la gioia dei miei coetanei, figli di credenti nati e cresciuti in famiglie dove regnava la serenità. Sentivo ripetermi che se volevo la pace e la gioia dovevo "aprire il mio cuore a Gesù". Non capivo cosa dovessi fare, ma desideravo tanto sentire il mio cuore libero da quel peso e da quell’oppressione. Ormai stanca, rivolsi a Dio una preghiera, forse poco corretta nella forma, ma sincera, chiedendoGli di operare in me. Il mio cuore fu liberato come da un grosso macigno, "riuscivo a respirare a pieni polmoni". Tutto mi sembrava bello.

Ringrazio Dio anche perché mi ha aiutata a rimanere ferma nelle Sue vie. Non posso rimpiangere mai di averGli promesso di servirLo e seguirLo per sempre, perché è la cosa migliore che si possa avere nella vita. Egli mi ha condotto passo passo nelle Sue vie insegnandomi a vivere. I miei genitori mi volevano bene e mi hanno dato il meglio che potevano, ma non riuscivano a darmi la pace nel cuore perché anche loro ne avevano bisogno. Sono tante e gloriose le Sue opere che le parole non bastano; voglia gradire il Signore tutta la mia lode!


Data: 11/11/2002
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