Mi chiamo Stefano bello ed ho quarantun anni. Sono nato in una famiglia dove quasi tutti sono credenti: mia madre, due mie sorelle ed un fratello. Ho frequentato la scuola domenicale ma, nonostante ciò,mi rifiutavo di accettare il Signore nella mia giovane vita. Ho per anni nascosto vizi e peccati ma in casa ero sempre calmo e docile. Fuori casa invece ero un diavoletto. Quando andavo alla scuola domenicale entravo per la porta e scappavo per la finestra, per cui mia madre me le suonava di santa ragione. Frequentavo più il mondo che la chiesa, avevo il vizio del fumo, dicevo parolacce, rubavo e, solitamente, laddove occorreva menare le mani lì c'ero io. A volte andavo al cinema proprio per cercarmi rogne. A casa mia c'era sempre guerra, la mamma esortava me ed i miei fratelli a venire in chiesa, ma non c'era nulla da fare. Subivo una forte attrazione dal mondo e, sebbene talvolta vedessi i fratelli e le sorelle in chiesa pregare con ardore e piangere ritenevo che fossero tutti dei pazzi. All'età di diciassette anni mi accadde una cosa strana. Ero in istrada come ero solito fare tutte le sere in compagnia di un mio inseparabile amico(era quasi mezzanotte). All'incrocio della traversa dove abitavo si fermò un'auto per chiedere come si arrivasse sul corso. Dopo aver fornito le indicazioni ai passeggeri dell'auto, risalii sul marciapiede dal quale ero sceso poc'anzi. In quell' istante sopraggiunse un'auto a tutta velocità che riuscii a vedere distante da me solo di qualche metro.Mi ritrovai a terra sul marciapiede. Alzandomi dissi al mio amico: "Lino,hai visto come ho evitato l'auto?". Lui aveva gli occhi sbarrati e, attonito, mi rispose: "Sei rimasto illeso perché quei due giovani ti hanno tirato sul marciapiede!". Guardandolo in volto gli risposi: "Ma ,Lino,su questo marciapiede ci siamo solo io e te!". Ma lui mi assicurò dicendo che due persone mi avevano tirato indietro salvandomi la vita. Da quella sera ho cominciato ad aprire il mio duro cuore al Signore. Dopo qualche anno mi sono fidanzato con una sorella che oggi, grazie a Dio, è mia moglie e da cui ho avuto quattro figli. Nel frattempo Dio ha continuato ad aiutarmi. Siamo nel millenovecentonovantadue. La mia vita è stata ancora una volta risparmiata per la grazia e la misericordia del Signore. Lavoravo in uno stabilimento dove si producevano profilati in ferro. Mi trovavo all'interno di un contenitore per prendere un pacco di profilati quando d'un tratto il contenitore nel quale si trovavano tutti i profilati si dissaldò davanti ai miei occhi atterriti investendomi in pieno: conteneva circa quindici tonnellate di ferro. A dire il vero subito il nemico si presentò accusandomi di essere un peccatore,sentivo la morte sul collo e, a causa del forte schiacciamento,faticavo molto a respirare. I miei colleghi mi aiutarono molto. In ospedale dove fui subito ricoverato d'urgenza, non sentivo più le gambe,avevo i polsi rotti e i medici avevano ormai diagnosticato il peggio. Intanto riuscii a telefonare a mio fratello che arrivò subito in ospedale perche lui e un radiologo. Dopo tante ore i medici, meravigliati, non poterono fare a meno, confidandolo a mia madre, di riconoscere in me, come loro stessi affermarono, "figlio del Padre eterno", accertando i notevoli progressi di miglioramento e ripresa che osservavano in me. Per certo dovevo morire o rimanere per tutta la vita paralizzato! Mi sono finalmente battezzato nel millenovecentottanta insieme a mia moglie, mio suocero, mia suocera e mia cognata riconoscendo che veramente Gesù è l'Iddio dei miracoli che cambia la vita degli uomini. Pace a tutti Stefano bello
Data: 01/11/2004 Visite: 5239 | |
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