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Testimonianze di vite trasformate dal Vangelo

La guarigione migliore


di Daniela Crupi
Trascritto da eVangelo

Sono nata a Torino 28 anni fa da una famiglia come tante altre o almeno in apparenza. Mia mamma era casalinga, papà lavorava come elettricista ed avevo una sorella due anni più grande di me. Un brutto giorno mamma incominciò ad avvertire strani malesseri: non riusciva più a camminare bene e trovava difficoltà a fare qualsiasi lavoro anche il più semplice. Fu quindi ricoverata in ospedale e dopo svariati accertamenti i medici ci comunicarono un terribile verdetto: mamma era malata di astassia spino cerebellare, una malattia genetica per la quale non esistono cure, che colpisce il midollo spinale dando inizio ad un pro processo irreversibile di degenerazione dei nervi, che porta alla morte. Da esami approfonditi si scoprì pure che sia io sia mia sorella eravamo affette dallo stesso male. Non si può nemmeno immaginare lo shock che subimmo! Dopo un lungo travaglio mamma purtroppo ci lasciò alla giovane età di 35 anni. Fu per noi un tremendo dolore ed iniziammo a convivere ogni giorno con lo spettro della sofferenza e della morte.

In quel periodo mia sorella iniziò ad accusare gli stessi sintomi del male della mamma, mentre mio padre faceva del suo meglio per mandare avanti la famiglia, mentre io continuavo a studiare. I guai, però, non erano finiti. Non passò molto tempo che mio padre fu ricoverato d’urgenza in ospedale per un cancro fulminante e nel giro di soli tre giorni ci lasciò anche lui, a 45 anni! Io fui mandata in un collegio mentre mia sorella, a causa della sua malattia che stava sempre più avanzando, venne ricoverata in una struttura ospedaliera. La perdita così repentina dei miei genitori e la separazione da mia sorella mi provocarono un accesa ribellione, non volevo sottostare ad alcuna disciplina, avevo tanta rabbia dentro e mi chiedevo perché mi fosse capitato tutto questo. Perché proprio a me quando tanti miei coetanei erano spensierati e felici? Queste erano domande alle quali non trovavo risposta. Intanto passavano gli anni e riuscii a diplomarmi.

Uscita dal collegio cercai di riprendere una vita normale. Ritornai nella casa che papà era riuscito ad acquistare con tanti sacrifici e trovai lavoro in un supermercato, ma il gran bisogno di affetto mi portò a commettere innumerevoli errori e a cercare disperatamente attenzione amore ed apprezzamento nelle persone più sbagliate. Tutto era per me lecito perché in fondo non dovevo rendere conto a nessuno! Il mio carattere divenne più duro e ribelle accusavo Dio della mia situazione anche se in fondo non ero certa Lui esistesse e potesse interessarsi realmente a me. Non passò molto tempo che i terribili  sintomi dell’astassia iniziarono a manifestarsi impetuosi nel mio corpo, sentivo che il mio vigore e la salute mi stavano lasciando e questo sarebbe stato solo l’inizio.

Per dimenticare quello che mi stava avvenendo incominciai a bere, sapevo di non risolvere i miei problemi ma per un po’ riuscivo ad alienarmi e a vivere un qualche momento di spensieratezza. Con l’aiuto dei miei colleghi di lavoro (ma ora so che fu la misericordia di Dio) gradualmente abbandonai l’alcolismo e stranamente iniziai a cercare un possibile dialogo con Colui che ritenevo responsabile della mia tragedia familiare con Dio. In questo contesto conobbi degli esponenti di una nota setta che mi invitarono alle loro riunioni. Li frequentai per tre anni ma le cose per me non cambiarono. Il loro insegnamento non mi convinceva, sentivo nel mio cuore che lì non c’era Dio. Da lì a non molto tempo mia sorella si aggravò e morì lasciandomi sola nella più completa disperazione e prostrazione. Il mio viso s’incupì sempre di più, per me la gioia era soltanto una bella parola, finché un giorno mi presentarono un giovane che mi parlò con spontaneità e chiarezza della salvezza  in Cristo e mi invitò ad accostarmi ad accostami alla Parola di Dio con la franchezza di un bambino. All’inizio fui molto scettica, ma gradualmente, leggendo le Sacre Scritture e precisamente il prologo del Vangelo di Giovanni e il bellissimo versetto 16 del capitolo 3: "Iddio ha tanto amato il mondo che ha dato il Suo Unigenito Figliolo affinché chiunque crede in Lui non perisca ma abbia vita eterna", il mio cuore freddo si sciolse. Iniziai a sentire la Vera Vita entrare dentro di me, come un olio prezioso che stava sanando le mie ferite più profonde e cominciai a provare un gran desiderio di conoscere di più dell’amore di Dio, che stava conquistando la mia vita abbattendo ogni barriera che mi ero costruita.

Iniziai a frequentare dei credenti evangelici nei quali costatai la presenza dello stesso magnifico amore che avevo gustato leggendo la Bibbia. Sono ormai due anni che la mia vita è stata trasformata dalla grazia di Dio, le persone che conosco, i miei amici, i vicini di casa, i medici che mi hanno in cura, vedendo il mio cambiamento mi chiedono che cosa sia avvenuto, posso così parlare loro del mio incontro con Gesù. Sono pienamente convinta che il Signore potrebbe guarire  il mio fisico, ma sono altresì persuasa che la guarigione dell’anima superi molto quella del corpo, perché non dobbiamo dimenticarci che su questa terra siamo tutti di passaggio e la vera vita deve ancore venire! Non ho paura della morte perché ho conosciuto chi l’ha vinta e godo ogni giorno della Sua compagnia, in casa non mi sento più sola, giorno e notte il Signore veglia su di me. Mi piace spesso ricordare un magnifico versetto delle Sacre Scritture che mi fa sentire forte in Cristo: "Io posso ogni cosa in Colui che mi fortifica" (Filipp. 2:13), perché Dio è il vero balsamo che può sanare ogni ferita.


Data: 29/03/2003
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