Sono nato in una famiglia Cristiana e i miei genitori
hanno sempre tentato di portarmi in chiesa sin da piccolo e notai che ciò
avveniva anche contro la mia volontà, allora decisi di farmi una promessa:
quando sarei stato un abbastanza maturo per prendere decisioni così importanti
per il mio futuro non avrei più fatto la volontà dei miei genitori, ma avrei
fatto solo quello che io sentivo fosse veramente interessante. È il passaggio
che tutti trascorrono dall’età adolescenziale all’età adulta, ci si crede sempre
più importanti e responsabili della realtà che gli altri ci mostrano. Io vedevo,
il frequentare il luogo di culto, come una costrizione. All’età di 15, 16 anni
finalmente ho visto quest’occasione farsi concreta.
Un giorno, alla famosa scuola domenicale, avevo
esagerato col fare brutte azioni ed esasperare i miei insegnanti e mio padre mi
disse che dovevo decidere per la mia vita, dovevo decidere cosa volevo fare con
Dio. Ecco la mia ipotetica porta aprirsi sempre di più, mi sono fatto coraggio e
ho risposto che non volevo più frequentare la chiesa. Non andavo più ai culti e
i giovani della chiesa non erano persone che amavo vedere. Avevo iniziato a
frequentare sconosciuti, non proprio perbene e facevo uso di stupefacenti. Stavo
indirizzando la mia vita verso una catena di pericoli e difficoltà, ma quando mi
sono trovato in questo periodo, già così difficile in così poco tempo, una
vecchia conoscenza venne a trovarmi e m’invitò ad un raduno evangelico che si
faceva in un campeggio; mi sono detto che sarebbe stata una buona occasione per
riposarmi da tutti quei problemi che avevo accumulato. Chiesi ai miei genitori
di portarmi in quel luogo una volta arrivato, ovviamente, non volevo frequentare
o in ogni caso partecipare ai culti, il mio unico desiderio era di stare
tranquillo. Successe qualcosa che colpì la mia attenzione. Mi rendevo conto che
quando parlavo con quei giovani e li guardavo negli occhi scoprii nei loro
volti, nei loro occhi che c’era qualcosa di diverso, tutti avevano in comune una
tale pace e serenità che facevano rabbia a me che non avevo tranquillità da
lungo tempo. Cominciavo a sentire il bisogno di dover frequentare le loro
riunioni.
Una sera, stranamente, durante uno studio, il pastore
ha indicato alcuni passi scritti nella Sacra Bibbia e per coinvolgere i campisti
lasciava che chi trovasse prima il verso richiesto lo potesse anche leggere
all’assemblea. Ricordavo che da piccolo avevo vinto un premio per aver recitato
a memoria tutti i libri della Bibbia. Trovai il passo e predica cominciò
basandosi su quel verso. Qualcosa incominciava a parlare al mio cuore. Stavamo
in preghiera e fu fatto un appello per parteciparvi, i responsabili spirituali
avrebbero potuto pregare per noi e con noi. Allora ho detto a Dio di prendere la
mia vita e mandarmi in quel momento un Suo figliolo per pregare con me. Non
credo di aver fatto in tempo di pronunciare quelle parole che una persona mi ha
toccato alle spalle e mi disse. Il pastore disse che noi potevamo usare una
chiave. Nella mia semplicità ho detto grazie a Dio per la prima volta nella mia
vita con tutto il mio cuore, perché aveva operato in me donandomi quella pace,
quella tranquillità e quella gioia che pochi giorni prima invidiavo negli
sguardi e nei volti che incrociavo. Quel grazie sincero cominciò a scardinare
dentro di me qualcosa… una sensazione interiore che non riuscivo a controllare,
ma cominciavo a capire che stavano sgorgando dai miei occhi un mare di lacrime.
Stavo usando la chiave citata dal pastore: L’umiltà davanti a Dio. Ho pregato
con tutto il cuore come un piccolo bambino. Mi stavo pentendo di tutto il male
che avevo fatto alla mia famiglia e a me stesso. Quel qualcosa stava agendo
dentro di me. Una scossa interiore stava avvenendo in me e mi sentivo liberato,
leggero, stavo salendo al cielo.
Al
ritorno a casa dopo il campeggio mi rendevo conto che la mia vita era stata
trasformata. Avevo tanti problemi da risolvere, tanti di legami da sciogliere e
soprattutto tante amicizie, ma scoprii che l’amico più grande e più bello era il
mio Signore e mi avrebbe aiutato a superare tutto. Niente riusciva più a
soddisfarmi, niente riusciva a darmi la vera e duratura gioia, come quella che
io provavo stando vicino a Gesù. Il mio desiderio adesso è di poter permettere a
Dio che possa fare in me tante cose. Il messaggio che voglio condividere con
tutti voi è che Dio ha amato me anche se l’avevo più volte rinnegato, sin dal
principio però ho lasciato ch’Egli operasse nella mia vita con la Sua pace e
l’amore di un vero amico. Egli ama tutti come ha amato me. Sono convinto di
questo, sì Dio ama tutti indistintamente.
Dio ci
benedica.
Data: 05/03/2003 Visite: 4859 | |
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