Gloria al Signore. E’ sempre una gioia profonda poter raccontare l’opera di Dio
nella mia vita e mi sento gioioso perché so che il mio Gesù è Colui che ha
benedetto e benedice l’anima mia.
Inizio da principio, da quando ero piccolo; all’età di dieci anni, ho avuto un
grosso dolore a causa della perdita di mio padre. Arrivò la notizia dalla
Svizzera che gli prese un collasso, morì e per me, che ero il più piccolo di
sette figli, fu un momento drammatico; ero molto affezionato a mio padre,
l’amavo molto.
La
mancanza di questa figura portò dolore nel mio cuore; da allora mi ribellai.
Cominciai a fuggire da casa e spesse volte mia madre non sapeva dov’ero. Sono
cresciuto un po’ nella sofferenza, nella drammaticità.
Poi a sedici anni tentai il suicidio: mi avvelenai con un forte veleno. Fu un
amico mio a salvarmi la vita, portandomi in ospedale. Io credo che già da allora
il Signore aveva gli occhi su di me.
Dopo tutto questo ebbi un'altra situazione molto difficile: cominciai a giocare
d’azzardo, per soldi. Spesse volte perdevo, spesse volte vincevo; ma non sapevo
cosa fosse la gioia, da diciassette anni fino a venticinque non riuscì ad avere
pace nel mio cuore.
E
così a venticinque anni avevo un profondo rammarico dentro di me, mi sentivo
solo. Anche se mia madre mi faceva del bene, mi aiutava in molte cose, sentivo
dentro di me una sofferenza, mi mancava qualcosa. Avevo tanti amici nel mio
paese, tutti mi volevano bene, ma io mi sentivo solo, nel mio cuore c’era una
grande solitudine.
E
fu proprio nel gennaio del 1976, a venticinque anni, che accadde qualcosa. Stavo
andando alla sala da gioco e c’erano dei ragazzi che testimoniavano di Gesù,
predicavano l’Evangelo. Così mi fermai circa dieci minuti ed ascoltai. Dopo
continuai verso la sala da gioco, ma quando vi entrai, sentii qualcosa dentro di
me che mi spingeva ad andare ad ascoltare quello che dicevano quei giovani,
c’era qualcosa che mi spingeva, metteva un forte desiderio nel mio cuore di
andare ad ascoltare la Parola di Dio…adesso so cos’era quel qualcosa: era lo
Spirito Santo, era Gesù che mi stava chiamando a Sé. Cosi convinsi uno dei miei
amici ad andare in quella chiesa. E quando entrai, mi sedetti ed ascoltai la
Parola di Dio. E proprio il messaggio della Parola di Dio mi mise in crisi; mi
sentii sprofondare nei miei peccati, perché la Bibbia dice: “Tutti hanno
peccato e sono privi della gloria di Dio”. In quel momento, attraverso la
Parola di Dio, mi sentii un peccatore perduto e avvertii che il Signore parlava
al mio cuore. Eravamo in tanti in quella sala, ma la situazione era personale,
tra Dio e me. Il Signore stava dandomi il dono della salvezza, la gioia della
salvezza; quella sera mi sono fatto avanti, ho chiesto a Dio di salvarmi e dopo
sono tornato a casa. E dentro di me c’era una battaglia, perché il nemico delle
anime nostre, il diavolo, non voleva lasciarmi. Ma il Signore voleva salvarmi.
Così mi sono inginocchiato nella mia stanza e mi sono messo a pregare; ho detto:
“Signore, se Tu veramente esisti, sei reale, Tu conosci le difficoltà in cui mi
trovo. Ho bisogno del Tuo aiuto, adesso”. Pregai e mi sentii liberato dai miei
peccati, sentii un peso scomparire dalla mia vita, all’istante e una pace
profonda entrare nel mio cuore, una gioia che non avevo mai avvertito in vita
mia. In quel momento avvertii di diventare un figliolo di Dio, sentii che Dio
era mio Padre. Erano quindici anni che non chiamavo più papà, ma quando pregai e
mi sentii salvato dal Signore, dissi: “Padre celeste” e sentii una presenza
meravigliosa nella mia vita. Capii di non essere più orfano, perché l’Eterno,
l’Iddio degli Eserciti, era divenuto il mio Padre celeste. Egli ha messo la
meravigliosa gioia nel mio cuore di chiamarlo Padre e ringrazio Iddio per
questo.
Certo è che il vizio del gioco delle carte, quello della droga o quant’altro
porta le persone all’infelicità. Ma quando Gesù è entrato nel mio cuore, ha
portato una pace indescrivibile, una gioia meravigliosa, perché Gesù dice nella
Sua Parola: “Io vi do la Mia pace, non come quella che il mondo vi dà”.
E
grazie a Dio, sono passati quasi ventisette anni e sono ancora col Signore. Egli
mi ha donato una bella famiglia e insieme serviamo il Signore. Ringrazio Iddio
per tutto questo.
Egli vuole salvare chiunque, non importa quello che noi siamo. Forse qualcuno
pensa: “Ma io sono un grande peccatore…ho fatto questo, ho fatto quest’altro…”.
Gesù ha dato la Sua vita per ognuno di noi ed è pronto a perdonare qualsiasi
peccato, perché Egli ha portato tutti i peccati sul duro legno della croce. Ha
portato anche i miei e adesso sono felice e gioioso in Cristo Gesù, che è
benedetto in eterno.
Data: 17/03/2002 Visite: 4311 | |
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