Salmo 101
Di
pietade, e ragion, cantar' imprendo,
e te ne vò, Signor, sacrar' i carmi.
S'unque verrai nel regno ad inalzarmi,
che, promesso da te, quieto attendo,
con mente saggia alhor, e cor'intero,
me, la mia casa, e reggerò l'impero.
Di perfidi consigli, ed opre rie,
sempre gli occhi mi sien, e l'alma schiva.
Odio i ribelli, e lor via cattiva:
ne lascerò ch'alcun presso mi stie:
e darò bando ad ogni pravo core,
n' havrà il reo mai da me gratia, o favore.
chi l'altrui fama, con sinistri gridi,
macchia in segreto, sie da me reciso:
da me discaccerò l'altero viso,
e 'l gonfio cor: ed i leali, e fidi,
a cercar gli occhi havrò tuttor'intenti,
per famigliari miei fargli, e serventi.
ne mai ne l'ostel mio farà soggiorno,
chi tesse frodi, o finge ne' sembianti:
ne 'l mendace potrà starmi davanti:
che gli empi sterminar, di giorno in giorno,
dal paese, farà mia real cura,
per tener del Signor la città pura.
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