SALMO 95
Con giubilo, e
con canti,
ad esaltar la gloria del Signore,
ognun si faccia avanti.
Lieti, al nostro ripar, e Salvatore,
andiamo incontro, con canore lodi,
e salmeggiam, in trionfanti modi.
Perch'egli è Dio potente,
è Re sovran, ch'ogni altro nume atterra,
ch'adora insana gente.
Ed in palma sostien de l'ima terra
la vasta mole, e da la cima al piede,
i monti in suo poter' have, e possiede.
De l'immenso Oceano,
come di suo lavor, maneggia il freno.
Quel, che formò sua mano,
in suo governo tien, suolo terreno.
Hor su, venite, ed adoriam prostrati,
quell'eterno Signor, che n'ha creati.
Perch'egli è nostro Dio,
che per suo popol n'ha scelti, e graditi:
e, col benigno, e pio
scettro, ne guida, in be' paschi fioriti.
E, qual pastor la teneretta greggia,
clemente ognor ne regge, e signoreggia.
Hoggi, s'udite il suono
de la sagrata, e maestosa voce,
bandita dal suo trono,
non si rubelli il vostro cor feroce:
qual, nel diserto, al dì de la contesa,
mortal faceste di provarlo impresa.
Quivi saggi frequenti
fer di me i vostri increduli maggiori:
e vaghi, e 'mpatienti,
commiser' in tentarmi atroci errori.
Onde, adirato, lor spesso mostrai
d'opre ammirande i gloriosi rui.
Per quarant'anni intieri,
quella gente mi fu di noia acerba.
Onde, in isdegni fieri,
giurai, torta di cor, schiatta superba,
cui d'obedirmi è grave, ed odioso,
non fie ch'entri giammai nel mio riposo.
|