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Le poesie di eVangelo

Salmo  33


di Giovanni Diodati
Trascritto da eVangelo


Salmo 33

O Voi, spirti giusti, e santi,
nel Signor lieti gioite.
Di drittura l'alme amanti
nel lodarlo son gradite.
Su le cetre, e su' salteri,
d'arpicordi in compagnia,
d'esso fate a' pregi alteri
nuova, e vaga melodia.
Perchè'l suo sagrato dire
è giustizia, ed quitade.
Ne l'oprar non sa fallire
di sua fede, e lealtade.
Ei, d'affetto almo, e pietoso
ragion'ama, ed è ripiena
del favor suo gratioso
la gran machina terrena.
Fatte sur l'eteree spere
per lo Verbo del Signore:
ei di lor fulgide schiere
fu col fiato creatore.
Egli tien raccolte l'onde
del mar grande, in letti, e cave:
le voragini profonde
in conserve riposte have.
L'universo mondo tremi
a' riguardi suoi divini:
teman, fin' a' lidi estremi
de la terra i cittadini.
Perch'ei disse, e'l Sommo impero
hebbe ratto compimento:
al sonar del motto altero,
surse l'opra in un momento.
Il consiglio de le genti
Egli dissipa, e sovverte;
E' lor vani pensamenti
a ritroso fin converte.
Ma, del suo voler supremo
l'oridnar è fisso, e immoto:
di sua mente, in sempiterno,
mai non va concetto a voto.
O la gente venturosa,
che'n retaggio, e parte, ei prese!
Da sua stanza gloriosa,
volge in giù le luci accese.
e contempla a tondo a tondo,
col giudizio che non erra,
de' lor petti fin'al fondo,
gli habitanti de la terra.
A'lor cori, e parti interne,
Egli è quel che diè le forme:
le lor' opre guarda, e scerne,
e ne scorge i segni, e l'orme.
Mai, per grossa armata schiera,
non ottien' il Rè salvezza:
Ned in sorte acerba, e fiera,
scampa'l prode la fortezza.
Il destrier, con sua gran possa,
è fallace cosa, e vana,
nel bisogno, a dar riscossa
a la frale gente humana.
Ma'l Signor' i lumi gira
verso chi, con viva speme,
Sua bontà brama, e sospira,
e, devoto, il serve, e teme.
L'alma loro sbigottita
ei ritoglie a morte ria:
e gli ciba, e serba in vita,
ne la dura carestia.
La nostra alma queta attende
la mercè del gran Signore.
Egli è quel, che ne difende,
saldo scudo, e protettore.
Ed in esso festa chiara,
il cor nostro giubilante
farà, mentre si ripara,
in fè, sott' a l'ale sante.
O Dio, fa ch'ombreggi, e copra,
tuo favor' i servi tuoi:
come, in ogni impresa, ed opra,
sempre in te sperammo noi.




Data: 03/06/2003
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