Salmo 32
Beato l'huom, che d'ogni colpa fella
ottien gratia, e perdono:
e' cui peccati ricoperti sono.
Beato l'huom, cui la ragion cancella,
del suo misfatto rio,
il Signor, di mercè paterna pio.
Ed ha di frode, e di menzogna netto
il cor leale, e schietto.
Mentre confuso, e stupefatto, tacqui,
sentì fiacca la possa
de le mie stanche ed inaridite ossa.
Perchè, ruggendo, tutto dì mi giacqui.
E notte e dì più grave
Tua man percosso, e atterrato m'have.
E'l succhio in me cangiossi, e la verdezza,
in estiva secchezza.
Ma'l mio fallo, Signor, spiegarti impresi,
ne'l tenni in petto ascosto.
E per confession franca deposto
quel mortal fascio, ne sciogliesti i pesi.
Per cio, l'alme fedeli
ti pregheran, mentre a lor ti riveli.
E se, gonfia di mali, onda trabocca,
quelle però non tocca.
Tu'l mio ricetto sei, tu guardia fida
da fiera oppressione.
A me scampato fai, ch'attorno suone
chiaro trionfo, e giubilanti grida.
Di senno, o ciechi erranti,
ecco, vi do saggi precetti, e santi.
E nel dritto sentier scorta, e consiglio,
con vigilante ciglio.
Nissun voglia a caval' esser simile,
od al mulo restio,
iquai, nel viver lor bruto natio,
non hanno di ragion' uso, ne stile.
Con duri morsi, e freni,
tu lor la gola incapestrata tieni:
perchè, sciolti, non sien talhor dannosi,
ad obedir ritrosi.
Così de l'empio gravi sien le doglie.
Ma favor, e mercede,
circonderà chi nel Signor la fede
salda ripone, con accese voglie.
Hor fate, o giusti, festa,
che l'alma a Dio havete intesa, e desta:
e con canoro suon, dritti di core,
gioite nel Signore.
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