Salmo 29
O Prencipi, e signori,
a Dio solenni honori
d'alta potenza date.
Cantate, in degni modi,
al suo gran Nome lodi,
e nel divin palazzo l'adorate.
Su per l'onte del mare
s'ode il Signor tonare,
con voce spaventosa.
Per le nubi del cielo,
cinto d'opaco velo,
gira fremendo, il foggia maestosa.
E danno alteri suoni
i rimbombanti tuoni,
messi di sua grandezza.
Quel intronar sovrano
i cedri del Libano
schianta di netto, e fulminati spezza.
E, qual vitel trescante,
quelle robuste piante
fa saltellar' attorno.
Libano, e Sirione,
s'irato avien che tuone,
fa traballar, qual figlio d'alicorno.
Ed iscoppiar faville,
e fiamme, a mille a mille,
di rotte schiegge in guisa.
E tremar' il diserto,
d'un moto vago, e'ncerto,
e l'erma di Cadés piaggia conquisa
e, pel crudo ruggire,
fa cerve partorire,
e selve ombrose spoglia.
Ma, del Signor, intanto,
l'eccelsa gloria, e vanto,
cantano i giusti entro la Sacra foglia.
La traboccata piena Egli, col cenno, affrena,
da l'eterno suo trono.
A la sua cara gente
farà, qual Rè clemente,
di forza, e pace, e d'alma gratia dono.
|