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Le poesie di eVangelo

Salmo  90


di Giovanni Diodati
Trascritto da eVangelo


Salmo 90

D'una in un'altra successiva etade,
A noi, tuo popol caro,
Magion fusti, Signor, schermo, e riparo,
Mentre calcammo pellegrine strade.
L'eccelsa tua Deitade,
De' monti innanzi che formassi i gioghi,
O de la terra gli habitati luoghi,
Ab eterno in eterno immota siede,
Ne a corso, o variar del tempo cede.
Qualhor tu vuoi troncar l'humana vita,
Repente si risolve
L'egra salma carnal' in trita polve.
Se sentenza dal cielo tuona bandita,
Hor fate dipartita,
Figli d'Adam, da la terrena loggia.
che mille anni ti son non d'altra foggia,
Che la scorsa d'hier luce diurna,
O la breve a varcar veglia notturna.
Ratto gl'involi, qual'ondosa piena
Preda i campi, rapace:
N'altro sembran, ch'un van sogno fallace.
Vaga verzura in molle piaggia amena,
Se l'alba il dì rimena,
Il matutino lor fiorir pareggia.
Quella di fresco humor pregna, verdeggia:
Ma langue al vespro di stagion' estiva,
O, segata, riman di vigor priva.
Così del cruccio tuo ne strugge il foco,
E l'ira violenta
Di trepido terror' ange, e sgomenta
Quel che 'n petto ne batte spirto fioco.
Se fuor d'occulto loco
Le nostre sozze iniquitadi traggi,
A lo splendor de' tuoi divini raggi.
E fe, squarciando di segreto il velo,
Quelle palesi al lunimoso cielo.
Quindi veggiam di nostra vita lassa
Precipitar la sera,
Per la tua giusta indegnation severa.
Ne sì tosto parola in aria passa,
Che quell' è spenta, e cassa.
Chiudon l'humana etade anni settanta,
Ed in forze più salde, al sommo, ottanta.
Anche n'è vano il fior, e mero stento:
Quell' è reciso, e noi voliam al vento.
Ma, chi de l'ira tua la forza intende?
E a l'ugual del timore,
Che t'è dovuto, fave qual'ardore
Di cruccio in te il nostro peccar' accendo
Hor, perché i cori emende
Saver divin, fanne a contar' accorti
I giorni nostri fuggitivi, e corti.
Volgiti homai, ne più star' aspettando,
A' servi tuoi pacificato, e blando.
E, per ristoro de' sofferti danni,
Satiane ogni mattina
De la Manna di tua gratia divina.
Afin che, sciolti di gravosi affanni,
Passiamo i giorni, e gli anni,
Giubilando tuttor' in canto, e festa.
Sacra fiamma di gioia in noi ridesta,
De le stagion faticose al pari,
Che ne colmasti di cordogli amari.
Chiare dispiega a' tuoi servi, e devoti,
Di tua potente mano
L'opre ammirande, ed il valor sovrano.
E di tua gloria a' lor figli, e nipoti,
Sieno gli effetti noti.
Fa che 'l sereno tuo volto giocondo
Soavemente ne lampeggi a tondo:
Ed ogni impresa mostra, ogni consiglio,
Guida diritto, con benigno ciglio.

 


Data: 17/04/2003
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