Salmo 21
Signor, a giubilar il Rè s'appresta,
nel tuo sommo valor, e' nuitta possa
quanto farà trionfo, e quanta festa,
per l'havuta da te chiara riscossa!
Ad ogni suo disio
fusti benigno, e pio:
ne gir lasciasti a voto
de le sue labbra il voto.
Anzi, di gratia, e beni, un gran tesoro
gli dispiegasti innanzi, liberale.
E d'un bel diadema, e fregio d'oro,
coronasti la sua fronte reale.
Sol ti richiese vita,
e di più consentita,
da tua mercè paterna,
gli fu durata eterna.
Per lo soccorso tuo, per la vittoria,
gli porgesti immortal honore, e vanto.
Di Maestade, e lampeggiante gloria
attorno gli cingesti angusto manto.
Perchè tu l'hai gradito
per un tempo infinito:
e, col volto sereno,
l'hai rallegrato a pieno.
Di dar crollo, o cader, unque non teme,
che nel Signor, costante, il cor affida.
Ed al Sovran'erge la viva speme,
certo di suo favor, e gratia fida.
Ogni nemico insano
coglie infin la tua mano:
e a' tuo' rubelli morte
dà la tua destra forte.
Come stoppia saran in forno ardente,
qualhor del cruccio tuo ferverà'l foco:
e de l'ira divina il fier torrente
convolto abisserà lor spirto fioco.
E di lor fie distrutto
d'in su la terra il frutto:
e la schiatta profana,
d'infra la gente humana.
Han contra te di frodi il petto pregno:
ma quelle andranno dissipate a' venti:
perchè tu gli porrai per erto segno,
scoccando al volto lor strali pungenti.
Signor, con tua fortezza,
sali in sovrana altezza:
e di potenza vanti
daremti in salmi, e canti.
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